lunedì 29 gennaio 2018

Gli archetipi femminili

“Nessun archetipo è riducibile a semplici formule. L’archetipo è come un vaso che non si può svuotare né riempire mai completamente. In sé, esiste solo in potenza, e quando prende forma in una determinata materia, non è più lo stesso di prima. Esso persiste attraverso i millenni ed esige tuttavia sempre nuove interpretazioni. Gli archetipi sono elementi incrollabili dell’inconscio, ma cambiano forma continuamente”
Carl Gustav Jung

Gli archetipi sono modelli di comportamenti istintuali contenuti nell'inconscio collettivo, sono responsabili delle principali differenze che distinguono le donne fra loro, ed ogni donna è il personaggio principale nell'intreccio rappresentato dalla storia della propria vita.




Ciò che realizza una donna può non avere senso per un’altra: a seconda della dea che agisce in lei, in un essere femminile sono presenti più dee e più la personalità è complessa, maggiore è la possibilità che le dee attive siano più di una; ciò che soddisfa una parte di lei può apparire insignificante a un’altra parte. Quando nella psiche della donna queste dee sono in competizione, lei deve decidere quale aspetto di sé esprimere e quando, per evitare di trovarsi confusa ed in balia delle proprie indecisioni.

E’ importante sottolineare che l’ambiente sociale, familiare, culturale possono influenzare il manifestarsi nella bambina di un archetipo, anche se è quello principale, e ciò può portare la donna a vivere un senso di inadeguatezza e sofferenza, in quanto deviata dalla sua vera essenza interiore. Le aspettative della famiglia verso la figlia possono rinforzare alcune divinità e reprimerne altre.
Nel momento in cui dee diverse si contendono la supremazia, come accade in periodi di cambiamenti ormonali (mestruo, gravidanza), i “cambiamenti” di dea possono provocare conflitto e confusione.

Studiando le caratteristiche delle singole dee, la donna può rendersi conto che un archetipo che le sarebbe utile, in lei non è ancora sviluppato: è possibile allora “invocare” quella dea, facendo uno sforzo cosciente per avvertirne la presenza, contattandola attraverso l’immaginazione, e quindi chiederne la forza di cui è portatrice.

ARTEMIDE


Il mito: nota come Diana (dai romani) era la dea della caccia, della luna, della vita selvaggia, molto legata agli animali ed alla natura, con cui era in totale comunione spirituale. Le donne si rivolgevano a lei nel momento in cui partorivano perchè l’aiutassero ad alleviare il dolore, lei che dal dolore non veniva sfiorata.

L’archetipo: agiva in maniera rapida e decisa, per portare protezione e soccorso a chi si rivolgeva a lei, e rapida nel punire chi la offendeva. Si sentiva a suo agio la notte. Personificazione dello spirito femminile indipendente.

La donna: colei che incarna questo archetipo porta in sé un senso di completezza “so badare a me stessa” che le permette di agire da sola. La sua identità ed il senso del proprio valore non dipendono da un uomo, ma da “ciò che è” e ”ciò che fa”. Manifesta molto coraggio nell'affrontare gli ostacoli.

La competitività stimola la sua eccitazione per la ”caccia”. Capacità innata di concentrarsi intensamente su ciò che lei considera importante al fine di raggiungere i propri obiettivi. Si può definire ostinata ed esploratrice. La donna Artemide tende a vivere sentimenti forti in relazione alle cause ed ai principi che sostiene (femministe, attiviste politiche…). Se da piccola viene ostacolata nella manifestazione della sua personalità Artemide, la donna svilupperà un senso di inadeguatezza.

L’età adulta porta questa donna ad aver acquisito un’esperienza sessuale come espressione della sua tendenza ad esplorare, ed a collezionare (caccia) avventure. Anche se sposata mantiene la propria indipendenza, arrivando a costruire un rapporto paritario con il marito. Predilige lavori che le permettono un avanzamento di carriera, e in cui possa manifestare tutte le sue qualità.

ATENA


Il mito: dea greca della saggezza e dei mestieri, dai romani detta Minerva. Nota per le strategie vincenti e per le soluzioni pratiche.

L’archetipo: come archetipo, rappresenta il modello seguito dalle donne razionali, governate dalla testa più che dal cuore. Capacità di mantenere il controllo in situazioni difficili o d’emergenza, mettendo a punto strategie adeguate che portano la donna ad agire con la determinazione di un uomo. 

Dea vergine che però cercava la compagnia e l’alleanza con l’uomo. Archetipo che porta la donna a tenere sotto controllo gli eventi, a considerare gli effetti e modificare il corso di un’azione nel momento in cui essa appare improduttiva.

La donna: appare obbiettiva, impersonale e capace. La donna Atena è quella che apre il cofano della macchina ed aggiusta il guasto. L’organizzazione le viene naturale, risulta essere una lavoratrice instancabile, predilige i lavori in cui mente e mani lavorano assieme. Colei che incarna questa dea vive nella mente e spesso non è in contatto con il proprio corpo. Se ostacolata da piccola nel manifestare questo archetipo, da adulta può reprimere ciò che prova, ed indossare una corazza protettiva, diventando insensibile ai sentimenti, perché altrimenti non si sente al sicuro.

I rapporti con gli uomini sono più a livello di amicizia o collaborazione, di solito impara a fare l’amore con grande maestria, anche se non sa cosa significhi spingere il corpo fino al limite. Se si sposa crea un rapporto di solidarietà più che un’unione appassionata, diventa la consigliera del marito e non è gelosa, a meno che non venga messo in pericolo il suo matrimonio, se vede che ciò non può accadere accetta anche la presenza di un’amante.


ESTIA


Il mito: dea del focolare dai romani detta Veste. Presenza avvertita a livello spirituale come fuoco sacro che riscalda e protegge. I rapporti sessuali di una vestale con un uomo profanavano questa dea, e come punizione veniva sepolta viva.

L’archetipo: come archetipo conferisce alla donna un senso di purezza, completezza, portatrice di verità, ed il senso di una visione spirituale profonda. Quest’ultimo aspetto le dona la capacità di concentrarsi sull'esperienza soggettiva interna, la sua percezione avviene attraverso lo sguardo interiore e l’intuizione.

La modalità estiana ci permette di stabilire un contatto con quelli che sono i nostri valori, mettendo a fuoco ciò che è significativo a livello personale.
a donna: ama la solitudine e dedicarsi alla pulizia della casa, attraverso i lavori domestici porta ordine dentro di sé, ed è molto soddisfatta quando tutto è in ordine e pulito. 

La donna Estia predilige ambienti religiosi o percorsi spirituali anche rigidi.
Il suo io non è alla ribalta non nutre ambizioni e non è legata a ciò che la circonda, ma al suo mondo interiore. Questo tipo di donna è silenzioso, non invadente, la sua presenza crea un’atmosfera di calore ed ordine che dà un senso di pace. La bambina con questo archetipo che si trova in un ambiente familiare conflittuale, tende a chiudersi nel suo mondo interiore e coltiverà un senso di isolamento.

La sessualità non è un aspetto importante nella sua vita: se sposata nei rapporti intimi non sarà attiva e non ne sentirà la mancanza se rari, manifesta il desiderio di essere cercata, e risulta essere una buona moglie; comunque la donna Estia si sente realizzata anche senza la presenza di un uomo. Nel lavoro non è competitiva e risulta essere molto affidabile. La pratica della meditazione può gradualmente attivare o rinforzare l’ascendente di Estia, la dea introversa che coltiva il suo mondo interiore.


ERA


Il mito: la maestosa, regale, splendida Era, che i romani conoscevano come Giunone, era la dea del matrimonio.
Si narra che era moglie di Zeus, il quale era molto infedele, ma lei rivolgeva la sua rabbia furiosa contro le amanti, piuttosto che verso il marito. Era, dea che fu riverita ed oltraggiata, onorata ed umiliata, possiede attributi positivi e negativi assai più marcati di altre dee.

L’archetipo: archetipo che rappresenta una forza di potente intensità, sia nella gioia che nel dolore.

La donna: la donna che veste questo ruolo si sente incompleta senza un compagno, ed una volta sposata intende rimanere tale nella buona o nella cattiva sorte. Le piace fare del marito il centro della propria vita, e spesso sposa un uomo che rappresenta sia una creatura bisognosa di calore, sia un uomo potente. 

Se da piccola vive in una famiglia dove non regna l’armonia, la donna Era farà di tutto per sposarsi, al fine di costruire lei una situazione familiare in cui si senta protetta, e dove possa concretizzare l’ideale che ha del matrimonio.

La sessualità va di pari passo al matrimonio, generalmente arriva vergine all’altare, quindi la sua scoperta della sessualità dipende da ciò che le trasmette il marito. Per lei il lavoro è un aspetto secondario della vita, quindi farà di tutto per conciliarlo con la vita matrimoniale. In genere la donna Era non da molta importanza alle amicizie e di solito non ha un’amica del cuore.

La donna Era reagisce alla perdita e al dolore con la collera e con l’attività (spesso andandosene), inoltre cade nel vittimismo che la fa sentire potente anzichè rifiutata.

DEMETRA


Il mito: dea delle messi (presiedeva all'abbondanza dei raccolti), nutrice e madre. I romani la conoscevano come Cerere “cereale”.

L’archetipo: è l’archetipo della madre, rappresenta l’istinto materno che si realizza nella gravidanza o nel dare agli altri nutrimento fisico, psicologico o spirituale. Chi incarna questo ruolo è impaziente di diventare madre.

L’archetipo materno spinge la donna ad essere nutrice, generosa e disinteressata, e a cercare la propria soddisfazione nel curare e accudire gli altri. Se l’archetipo Demetra cade in depressione immediatamente sospende il contatto emotivo con il figlio o il compagno, il quale si sentirà abbandonato, ma essendo dipendente da lei potrà incontrare difficoltà gravi a livello psicologico.

La donna: alla donna Demetra piace preparare grandi pranzi per la famiglia e gli ospiti, ed è invasa dal piacere quando le fanno i complimenti per le sue attitudini di buona madre. Altro attributo è la perseveranza, infatti rifiuta di darsi per vinta quando è in gioco il benessere dei figli.

Quando questo archetipo è predominante in una donna, e lei non riesce a gestirlo, può cadere in depressione al momento in cui i figli se ne vanno, sindrome da “nido vuoto”, e sentirsi inutile. Nei suoi rapporti è provvida e protettiva, soccorrevole e generosa, attenta a ciò che la circonda, altruista e leale verso le persone e verso i principi.

Se la bambina Demetra nasce in una famiglia in cui il padre non ha un istinto paterno, svilupperà in età adulta un atteggiamento di vittima.
Generalmente questo tipo di donna predilige uomini che appaiono immaturi ed insicuri, su cui lei può esercitare le sue cure, però poi molto spesso diventano completamente dipendenti da lei, si crea un legame amante-figlio e frequentemente lei è cronologicamente più grande.

Sessualmente non è molto attiva, preferisce effusioni e coccole.
Questo tipo di donna è vulnerabile, ed ha difficoltà a dire di no anche quando è molto stanca,ma invece di ammettere il proprio sentire diventerà apatica ed aggressiva. Queste qualità trovano espressione in professioni sociali come l’insegnamento, la cura dei malati, e nel lavoro non sarà competitiva e neanche intellettualmente ambiziosa.


PERSEFONE


Il mito: questa dea aveva due nomi, a simboleggiare i due aspetti contrastanti che la distinguevano: Kore ossia giovane fanciulla che ignorava chi fosse, e Persefone regina degli inferi data la sua capacità di gestire piani profondi della propria psiche. Dai romani era chiamata Proserpina o Core. Come regina degli inferi, Persefone era una donna matura, che regnava sulle anime dei morti, guidava i viventi negli inferi e pretendeva per sè ciò che desiderava. Questo aspetto sta a rappresentare la capacità di muoversi fra la realtà egoica del mondo oggettivo e la realtà inconscia della psiche.

L’archetipo: quando questo archetipo è attivo è possibile che la donna operi una mediazione fra i due livelli (fanciulla e regina degli inferi), integrandoli entrambi nella personalità, e faccia da guida ad altri che “visitano” il mondo sotterraneo nei sogni o nelle fantasie, oppure a coloro che perdono il contatto con la realtà. Simbolicamente il mondo degli inferi può rappresentare gli strati più profondi della psiche, il luogo dove giacciono i sentimenti ed i ricordi, dove si trovano immagini ed istinti, sentimenti archetipici comuni a tutta l’umanità (inconscio collettivo).

La donna: la donna che incarna questo archetipo non è predisposta ad agire, ma ad “essere agita” dagli altri, vale a dire ad avere un comportamento condiscendente ed un atteggiamento passivo.

L’aspetto di fanciulla archetipica rappresenta una giovane che ignora chi sia, ancora inconsapevole dei propri desideri e delle proprie forze: l’atteggiamento è quello dell’eterna adolescente indecisa su ciò che vuole essere da grande. Tende anche a compiacere la madre e ad essere “la brava bimba” obbediente ed attenta, spesso vive al riparo o protetta da esperienze che presentino dei rischi.

Donna che si adatta ai desideri dell’altro, in quanto non è abbastanza consapevole di sè, da essere capace di dare un’immagine di quella che è la sua vita soggettiva. La sua innata ricettività la rende molto duttile, e ciò la porta a fare qualsiasi cosa gli altri si aspettino da lei.

Persefone è giovinezza, vitalità e la donna che incarna questo archetipo è recettiva ai cambiamenti e rimane giovane di spirito per tutta la vita.
La bambina Persefone, iperprotetta, svilupperà un atteggiamento fragile e bisognoso di protezione e guida, e resterà dipendente a qualcuno.
Sessualmente è inconsapevole della propria sessualità, aspetta il principe azzurro che giunga a svegliarla. Con gli uomini è una donna-bambina, dall’atteggiamento remissivo e giovane.


AFRODITE


Il mito: dea alchemica dell’amore e della bellezza, donna creatrice ed amante. Chiamata dai romani Venere. Nella mitologia greca, Afrodite era una presenza che incuteva reverenza, perchè provocava nei mortali e nelle divinità l’innamoramento ed il concepimento di una nuova vita. Ispirava la poesia e le parole persuasive, e rappresentava il potere di trasformazione e di creazione proprio dell’ amore. Afrodite in tutti i rapporti non fu mai vittima della passione non ricambiata nei suoi confronti.

L’archetipo: l’archetipo Afrodite determina il piacere che certe donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità. Afrodite rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie.
Questo archetipo rappresenta una forza immensa di cambiamento, infatti attraverso questa dea fluivano attrazione, unione e nascita di una nuova vita.

La donna: ogni donna nel momento in cui si innamora di qualcuno che ricambia quel sentimento, diventa la personificazione di questo archetipo. Si trasforma da essere mortale in dea dell’amore, si sente attraente e sensuale. Si innamora spesso e volentieri ed ha un magnetismo personale che attira gli altri in un campo carico di erotismo. Se l’archetipo riesce ad esprimersi, non di rado la donna si trova in opposizione con i modelli correnti di moralità, fino a rischiare l’ostracismo.

Colei che incarna questo archetipo se rimane incinta non è perchè animata dal desiderio di avere un figlio, ma perchè desidera sessualmente l’uomo che ama.
La donna che si identifica con Afrodite spesso è estroversa e la sua personalità esprime una brama di vita e un che di selvaggio. Tende a vivere nel presente immediato, prendendo la vita come se non fosse niente di più di un’esperienza dei sensi.

Generalmente quando è piccola ama stare al centro dell’attenzione ed indossare abiti belli, ed i genitori assecondano e sono orgogliosi di tali caratteristiche, ma poi arrivata in età adolescenziale gli stessi parenti la tengono molto sotto controllo, e la rimproverano di tali comportamenti, che possono attirare i ragazzi. Tutto questo crea molta confusione nella giovane, che arriva a sentirsi in colpa senza sapere bene la motivazione. Quando la donna Afrodite cresce in un’atmosfera che condanna la sessualità femminile, può accadere che tenti di soffocare l’interesse per gli uomini e si consideri impura per i desideri sessuali che sente.

Per la donna Afrodite è difficile realizzare un matrimonio monogamo e durevole, le piacciono gli uomini che attira con il suo fascino e con l’interesse che dimostra per loro: un interesse seduttivo, che fa sentire un uomo speciale e sexy.
Il lavoro che non la coinvolge da un punto di vista emotivo non la interessa, a lei piacciono varietà ed intensità, compiti ripetitivi come le faccende di casa, o un impiego monotono l’annoiano, adora svolgere un’attività che le permetta di utilizzare la sua creatività.

Molto spesso questo tipo di donna non è bene accettata dalle altre, in quanto gelose del suo fascino ed eleganza. In genere si trova bene con donne che hanno il suo stesso archetipo. L’artista immerso in un processo creativo, è ispirato dall'archetipo di questa dea.


CONCLUSIONI

Dal momento che all'interno della donna più dee possono rivaleggiare fra loro, è importante che in una situazione conflittuale, cerchi di trovare un equilibrio fra i vari sentimenti che prova, creando una sorta di cooperazione fra tutte “le figure che la caratterizzano”. Tutti gli aspetti della personalità devono essere ascoltati al fine di trovare una soluzione comune, che possa placare tutte le parti attive ed in conflitto fra loro.

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