“Nessun archetipo è riducibile a semplici formule. L’archetipo è come un vaso che non si può svuotare né riempire mai completamente. In sé, esiste solo in potenza, e quando prende forma in una determinata materia, non è più lo stesso di prima. Esso persiste attraverso i millenni ed esige tuttavia sempre nuove interpretazioni. Gli archetipi sono elementi incrollabili dell’inconscio, ma cambiano forma continuamente”
Carl Gustav Jung
Gli archetipi sono modelli di comportamenti istintuali contenuti nell'inconscio collettivo, sono responsabili delle principali differenze che distinguono le donne fra loro, ed ogni donna è il personaggio principale nell'intreccio rappresentato dalla storia della propria vita.
Ciò che realizza una donna può non avere senso per un’altra: a seconda della dea che agisce in lei, in un essere femminile sono presenti più dee e più la personalità è complessa, maggiore è la possibilità che le dee attive siano più di una; ciò che soddisfa una parte di lei può apparire insignificante a un’altra parte. Quando nella psiche della donna queste dee sono in competizione, lei deve decidere quale aspetto di sé esprimere e quando, per evitare di trovarsi confusa ed in balia delle proprie indecisioni.
E’ importante sottolineare che l’ambiente sociale, familiare, culturale possono influenzare il manifestarsi nella bambina di un archetipo, anche se è quello principale, e ciò può portare la donna a vivere un senso di inadeguatezza e sofferenza, in quanto deviata dalla sua vera essenza interiore. Le aspettative della famiglia verso la figlia possono rinforzare alcune divinità e reprimerne altre.
Nel momento in cui dee diverse si contendono la supremazia, come accade in periodi di cambiamenti ormonali (mestruo, gravidanza), i “cambiamenti” di dea possono provocare conflitto e confusione.
Studiando le caratteristiche delle singole dee, la donna può rendersi conto che un archetipo che le sarebbe utile, in lei non è ancora sviluppato: è possibile allora “invocare” quella dea, facendo uno sforzo cosciente per avvertirne la presenza, contattandola attraverso l’immaginazione, e quindi chiederne la forza di cui è portatrice.
ARTEMIDE
Il mito: nota come Diana (dai romani) era la dea della
caccia, della luna, della vita selvaggia, molto legata agli animali ed alla
natura, con cui era in totale comunione spirituale. Le donne si rivolgevano a
lei nel momento in cui partorivano perchè l’aiutassero ad alleviare il dolore,
lei che dal dolore non veniva sfiorata.
L’archetipo: agiva in maniera rapida e decisa, per portare
protezione e soccorso a chi si rivolgeva a lei, e rapida nel punire chi la
offendeva. Si sentiva a suo agio la notte. Personificazione dello spirito
femminile indipendente.
La donna: colei che incarna questo archetipo porta in sé un
senso di completezza “so badare a me stessa” che le permette di agire da sola.
La sua identità ed il senso del proprio valore non dipendono da un uomo, ma da
“ciò che è” e ”ciò che fa”. Manifesta molto coraggio nell'affrontare gli
ostacoli.
La competitività stimola la sua eccitazione per la ”caccia”.
Capacità innata di concentrarsi intensamente su ciò che lei considera
importante al fine di raggiungere i propri obiettivi. Si può definire ostinata
ed esploratrice. La donna Artemide tende a vivere sentimenti forti in relazione
alle cause ed ai principi che sostiene (femministe, attiviste politiche…). Se
da piccola viene ostacolata nella manifestazione della sua personalità
Artemide, la donna svilupperà un senso di inadeguatezza.
L’età adulta porta questa donna ad aver acquisito
un’esperienza sessuale come espressione della sua tendenza ad esplorare, ed a
collezionare (caccia) avventure. Anche se sposata mantiene la propria
indipendenza, arrivando a costruire un rapporto paritario con il marito.
Predilige lavori che le permettono un avanzamento di carriera, e in cui possa
manifestare tutte le sue qualità.
ATENA
Il mito: dea greca della saggezza e dei mestieri, dai romani
detta Minerva. Nota per le strategie vincenti e per le soluzioni pratiche.
L’archetipo: come archetipo, rappresenta il modello seguito
dalle donne razionali, governate dalla testa più che dal cuore. Capacità di
mantenere il controllo in situazioni difficili o d’emergenza, mettendo a punto
strategie adeguate che portano la donna ad agire con la determinazione di un
uomo.
Dea vergine che però cercava la compagnia e l’alleanza con l’uomo.
Archetipo che porta la donna a tenere sotto controllo gli eventi, a considerare
gli effetti e modificare il corso di un’azione nel momento in cui essa appare
improduttiva.
La donna: appare obbiettiva, impersonale e capace. La donna
Atena è quella che apre il cofano della macchina ed aggiusta il guasto.
L’organizzazione le viene naturale, risulta essere una lavoratrice
instancabile, predilige i lavori in cui mente e mani lavorano assieme. Colei
che incarna questa dea vive nella mente e spesso non è in contatto con il
proprio corpo. Se ostacolata da piccola nel manifestare questo archetipo, da
adulta può reprimere ciò che prova, ed indossare una corazza protettiva, diventando
insensibile ai sentimenti, perché altrimenti non si sente al sicuro.
I rapporti con gli uomini sono più a livello di amicizia o
collaborazione, di solito impara a fare l’amore con grande maestria, anche se
non sa cosa significhi spingere il corpo fino al limite. Se si sposa crea un
rapporto di solidarietà più che un’unione appassionata, diventa la consigliera
del marito e non è gelosa, a meno che non venga messo in pericolo il suo
matrimonio, se vede che ciò non può accadere accetta anche la presenza di un’amante.
ESTIA
Il mito: dea del focolare dai romani detta Veste. Presenza
avvertita a livello spirituale come fuoco sacro che riscalda e protegge. I
rapporti sessuali di una vestale con un uomo profanavano questa dea, e come
punizione veniva sepolta viva.
L’archetipo: come archetipo conferisce alla donna un senso
di purezza, completezza, portatrice di verità, ed il senso di una visione
spirituale profonda. Quest’ultimo aspetto le dona la capacità di concentrarsi
sull'esperienza soggettiva interna, la sua percezione avviene attraverso lo
sguardo interiore e l’intuizione.
La modalità estiana ci permette di stabilire un contatto con
quelli che sono i nostri valori, mettendo a fuoco ciò che è significativo a
livello personale.
a donna: ama la solitudine e dedicarsi alla pulizia della
casa, attraverso i lavori domestici porta ordine dentro di sé, ed è molto
soddisfatta quando tutto è in ordine e pulito.
La donna Estia predilige
ambienti religiosi o percorsi spirituali anche rigidi.
Il suo io non è alla ribalta non nutre ambizioni e non è
legata a ciò che la circonda, ma al suo mondo interiore. Questo tipo di donna è
silenzioso, non invadente, la sua presenza crea un’atmosfera di calore ed
ordine che dà un senso di pace. La bambina con questo archetipo che si trova in
un ambiente familiare conflittuale, tende a chiudersi nel suo mondo interiore e
coltiverà un senso di isolamento.
La sessualità non è un aspetto importante nella sua vita: se
sposata nei rapporti intimi non sarà attiva e non ne sentirà la mancanza se
rari, manifesta il desiderio di essere cercata, e risulta essere una buona
moglie; comunque la donna Estia si sente realizzata anche senza la presenza di
un uomo. Nel lavoro non è competitiva e risulta essere molto affidabile. La
pratica della meditazione può gradualmente attivare o rinforzare l’ascendente
di Estia, la dea introversa che coltiva il suo mondo interiore.
ERA
Il mito: la maestosa, regale, splendida Era, che i romani
conoscevano come Giunone, era la dea del matrimonio.
Si narra che era moglie di Zeus, il quale era molto
infedele, ma lei rivolgeva la sua rabbia furiosa contro le amanti, piuttosto
che verso il marito. Era, dea che fu riverita ed oltraggiata, onorata ed
umiliata, possiede attributi positivi e negativi assai più marcati di altre
dee.
L’archetipo: archetipo che rappresenta una forza di potente
intensità, sia nella gioia che nel dolore.
La donna: la donna che veste questo ruolo si sente
incompleta senza un compagno, ed una volta sposata intende rimanere tale nella
buona o nella cattiva sorte. Le piace fare del marito il centro della propria
vita, e spesso sposa un uomo che rappresenta sia una creatura bisognosa di
calore, sia un uomo potente.
Se da piccola vive in una famiglia dove non regna
l’armonia, la donna Era farà di tutto per sposarsi, al fine di costruire lei
una situazione familiare in cui si senta protetta, e dove possa concretizzare
l’ideale che ha del matrimonio.
La sessualità va di pari passo al matrimonio, generalmente
arriva vergine all’altare, quindi la sua scoperta della sessualità dipende da
ciò che le trasmette il marito. Per lei il lavoro è un aspetto secondario della
vita, quindi farà di tutto per conciliarlo con la vita matrimoniale. In genere
la donna Era non da molta importanza alle amicizie e di solito non ha un’amica
del cuore.
La donna Era reagisce alla perdita e al dolore con la
collera e con l’attività (spesso andandosene), inoltre cade nel vittimismo che
la fa sentire potente anzichè rifiutata.
DEMETRA
Il mito: dea delle messi (presiedeva all'abbondanza dei
raccolti), nutrice e madre. I romani la conoscevano come Cerere “cereale”.
L’archetipo: è l’archetipo della madre, rappresenta
l’istinto materno che si realizza nella gravidanza o nel dare agli altri
nutrimento fisico, psicologico o spirituale. Chi incarna questo ruolo è
impaziente di diventare madre.
L’archetipo materno spinge la donna ad essere nutrice,
generosa e disinteressata, e a cercare la propria soddisfazione nel curare e
accudire gli altri. Se l’archetipo Demetra cade in depressione immediatamente
sospende il contatto emotivo con il figlio o il compagno, il quale si sentirà
abbandonato, ma essendo dipendente da lei potrà incontrare difficoltà gravi a
livello psicologico.
La donna: alla donna Demetra piace preparare grandi pranzi
per la famiglia e gli ospiti, ed è invasa dal piacere quando le fanno i
complimenti per le sue attitudini di buona madre. Altro attributo è la
perseveranza, infatti rifiuta di darsi per vinta quando è in gioco il benessere
dei figli.
Quando questo archetipo è predominante in una donna, e lei
non riesce a gestirlo, può cadere in depressione al momento in cui i figli se
ne vanno, sindrome da “nido vuoto”, e sentirsi inutile. Nei suoi rapporti è
provvida e protettiva, soccorrevole e generosa, attenta a ciò che la circonda,
altruista e leale verso le persone e verso i principi.
Se la bambina Demetra nasce in una famiglia in cui il padre
non ha un istinto paterno, svilupperà in età adulta un atteggiamento di
vittima.
Generalmente questo tipo di donna predilige uomini che
appaiono immaturi ed insicuri, su cui lei può esercitare le sue cure, però poi
molto spesso diventano completamente dipendenti da lei, si crea un legame
amante-figlio e frequentemente lei è cronologicamente più grande.
Sessualmente non è molto attiva, preferisce effusioni e
coccole.
Questo tipo di donna è vulnerabile, ed ha difficoltà a dire
di no anche quando è molto stanca,ma invece di ammettere il proprio sentire
diventerà apatica ed aggressiva. Queste qualità trovano espressione in
professioni sociali come l’insegnamento, la cura dei malati, e nel lavoro non
sarà competitiva e neanche intellettualmente ambiziosa.
PERSEFONE
Il mito: questa dea aveva due nomi, a simboleggiare i due
aspetti contrastanti che la distinguevano: Kore ossia giovane fanciulla che ignorava chi fosse, e
Persefone regina degli inferi data la sua capacità di gestire piani profondi
della propria psiche. Dai romani era chiamata Proserpina o Core. Come regina
degli inferi, Persefone era una donna matura, che regnava sulle anime dei
morti, guidava i viventi negli inferi e pretendeva per sè ciò che desiderava.
Questo aspetto sta a rappresentare la capacità di muoversi fra la realtà egoica
del mondo oggettivo e la realtà inconscia della psiche.
L’archetipo: quando questo archetipo è attivo è possibile
che la donna operi una mediazione fra i due livelli (fanciulla e regina degli
inferi), integrandoli entrambi nella personalità, e faccia da guida ad altri
che “visitano” il mondo sotterraneo nei sogni o nelle fantasie, oppure a coloro
che perdono il contatto con la realtà. Simbolicamente il mondo degli inferi può
rappresentare gli strati più profondi della psiche, il luogo dove giacciono i
sentimenti ed i ricordi, dove si trovano immagini ed istinti, sentimenti
archetipici comuni a tutta l’umanità (inconscio collettivo).
La donna: la donna che incarna questo archetipo non è
predisposta ad agire, ma ad “essere agita” dagli altri, vale a dire ad avere un
comportamento condiscendente ed un atteggiamento passivo.
L’aspetto di fanciulla archetipica rappresenta una giovane
che ignora chi sia, ancora inconsapevole dei propri desideri e delle proprie
forze: l’atteggiamento è quello dell’eterna adolescente indecisa su ciò che
vuole essere da grande. Tende anche a compiacere la madre e ad essere “la brava
bimba” obbediente ed attenta, spesso vive al riparo o protetta da esperienze
che presentino dei rischi.
Donna che si adatta ai desideri dell’altro, in quanto non è
abbastanza consapevole di sè, da essere capace di dare un’immagine di quella
che è la sua vita soggettiva. La sua innata ricettività la rende molto duttile,
e ciò la porta a fare qualsiasi cosa gli altri si aspettino da lei.
Persefone è giovinezza, vitalità e la donna che incarna
questo archetipo è recettiva ai cambiamenti e rimane giovane di spirito per
tutta la vita.
La bambina Persefone, iperprotetta, svilupperà un
atteggiamento fragile e bisognoso di protezione e guida, e resterà dipendente a
qualcuno.
Sessualmente è inconsapevole della propria sessualità,
aspetta il principe azzurro che giunga a svegliarla. Con gli uomini è una
donna-bambina, dall’atteggiamento remissivo e giovane.
AFRODITE
Il mito: dea alchemica dell’amore e della bellezza, donna
creatrice ed amante. Chiamata dai romani Venere. Nella mitologia greca,
Afrodite era una presenza che incuteva reverenza, perchè provocava nei mortali
e nelle divinità l’innamoramento ed il concepimento di una nuova vita. Ispirava
la poesia e le parole persuasive, e rappresentava il potere di trasformazione e
di creazione proprio dell’ amore. Afrodite in tutti i rapporti non fu mai
vittima della passione non ricambiata nei suoi confronti.
L’archetipo: l’archetipo Afrodite determina il piacere che
certe donne provano per l’amore, la bellezza, la sensualità e la sessualità.
Afrodite rappresenta la spinta a garantire la continuazione della specie.
Questo archetipo rappresenta una forza immensa di
cambiamento, infatti attraverso questa dea fluivano attrazione, unione e
nascita di una nuova vita.
La donna: ogni donna nel momento in cui si innamora di
qualcuno che ricambia quel sentimento, diventa la personificazione di questo
archetipo. Si trasforma da essere mortale in dea dell’amore, si sente attraente
e sensuale. Si innamora spesso e volentieri ed ha un magnetismo personale che
attira gli altri in un campo carico di erotismo. Se l’archetipo riesce ad
esprimersi, non di rado la donna si trova in opposizione con i modelli correnti
di moralità, fino a rischiare l’ostracismo.
Colei che incarna questo archetipo se rimane incinta non è
perchè animata dal desiderio di avere un figlio, ma perchè desidera
sessualmente l’uomo che ama.
La donna che si identifica con Afrodite spesso è estroversa
e la sua personalità esprime una brama di vita e un che di selvaggio. Tende a
vivere nel presente immediato, prendendo la vita come se non fosse niente di
più di un’esperienza dei sensi.
Generalmente quando è piccola ama stare al centro
dell’attenzione ed indossare abiti belli, ed i genitori assecondano e sono
orgogliosi di tali caratteristiche, ma poi arrivata in età adolescenziale gli
stessi parenti la tengono molto sotto controllo, e la rimproverano di tali
comportamenti, che possono attirare i ragazzi. Tutto questo crea molta
confusione nella giovane, che arriva a sentirsi in colpa senza sapere bene la
motivazione. Quando la donna Afrodite cresce in un’atmosfera che condanna la
sessualità femminile, può accadere che tenti di soffocare l’interesse per gli
uomini e si consideri impura per i desideri sessuali che sente.
Per la donna Afrodite è difficile realizzare un matrimonio
monogamo e durevole, le piacciono gli uomini che attira con il suo fascino e
con l’interesse che dimostra per loro: un interesse seduttivo, che fa sentire
un uomo speciale e sexy.
Il lavoro che non la coinvolge da un punto di vista emotivo
non la interessa, a lei piacciono varietà ed intensità, compiti ripetitivi come
le faccende di casa, o un impiego monotono l’annoiano, adora svolgere
un’attività che le permetta di utilizzare la sua creatività.
Molto spesso questo tipo di donna non è bene accettata dalle
altre, in quanto gelose del suo fascino ed eleganza. In genere si trova bene
con donne che hanno il suo stesso archetipo. L’artista immerso in un processo
creativo, è ispirato dall'archetipo di questa dea.
CONCLUSIONI
Dal momento che all'interno della donna più dee possono
rivaleggiare fra loro, è importante che in una situazione conflittuale, cerchi
di trovare un equilibrio fra i vari sentimenti che prova, creando una sorta di
cooperazione fra tutte “le figure che la caratterizzano”. Tutti gli aspetti
della personalità devono essere ascoltati al fine di trovare una soluzione
comune, che possa placare tutte le parti attive ed in conflitto fra loro.
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