Racconti di nascite


Eterno sfarfallio

C’è caldo oggi, d'altronde siamo al 22 giugno. La campagna almeno ci salva dall'afa della città. Tutto è tranquillo nella cameretta di Giacomo (nome di fantasia): dorme tranquillo nel suo lettino dopo una giornata di giochi al parco; le persiane sono chiuse, entra solo una lieve luce che rende tutto più calmo e ovattato. 
Sono seduta sulla poltrona in camera con solo una piccola lucina accesa e, finalmente, mi riposo anch'io: fare la tata di un bimbo di un anno richiede un certo impegno. Mi immergo nella lettura, unico momento della giornata in cui posso farlo e mi perdo nella storia.

Un messaggio mi strappa dalla Scozia innevata del XVIII secolo nel quale mi trovavo. Vedo l’anteprima, il mittente e non capisco: A. mi ha mandato una faccina sorridente (sì, sono una di quelle persone che usa ancora il termine “faccina” e non “emoji” o “emoticon”) con la scritta “guarda un po’ qui”. 
A. ed io siamo rimaste in contatto dalla nascita in casa del suo secondo bimbo, ogni tanto ci vediamo e parliamo del più e del meno, dei bambini, del mio lavoro, dei gatti. E’ un po’, in effetti, che non la sento. 

Apro WhatsApp: vedo che mi ha mandato anche un’immagine, sfocata perché sta ancora caricando. Mi sembra un formato famigliare, intravedo una struttura simile agli esami del sangue e tutto accade velocemente nella mia mente “ma, mi sta mandando degli esami da leggere? Ma, perché sorride? Oddio, dai, non dirmi che…? Non ci credo, ma sono le…?
Si carica finalmente l’immagine. Sono le beta!! Un urletto di gioia involontario rischia di svegliare Giacomo dal suo prezioso pisolino pomeridiano. Le invio un’infinità di cuori. “Sappi che io ti prenoto fin da subito!” mi scrive A.. Immediatamente, apro l’App delle Lune e calcolo la data presunta: 21/02/19. 
Rimaniamo che ci vedremo al mio ritorno dalle ferie. 

Sono ancora sorpresa dalla notizia: è un po’ come tornare nel passato, rivivere certi momenti con una maggiore consapevolezza. E’ grazie a A. se ho iniziato ad assistere i parti a domicilio. Ci pensavo anche prima, certo, ma senza sperarci troppo: nella mia testa avrei dovuto trovare delle colleghe disposte a prendermi con loro, avrei dovuto fare mesi o forse anni di tirocinio in libera professione per poter assistere almeno come seconda ostetrica; un sogno difficile e impegnativo da realizzare. E poi arriva lei, che alla 32° settimana del suo secondo bimbo mi dice che vuole partorire in casa e io che cerco di contattare mezza Italia per trovare delle colleghe disposte ad assisterla. Trovo l’ostetrica del cuore, la nostra Anna Maria e tutto va come deve andare, siamo tutte sulla strada giusta del nostro destino (se volete leggere il racconto del parto, andate in fondo a questa pagina, è il primo).

Inizia il nostro percorso in gravidanza, fatto di visite che sono più merende con the e pasticcini (davvero, mi ha riempita di dolci a tutte le visite!) e chiacchiere ma ugualmente importanti perché parliamo, e ascolto i suoi bisogni, le sue paure, i suoi dubbi…
E’ un altro maschietto, dall’ecografia è bellissimo, come gli altri suoi due bimbi, cresce e sta bene. 

I mesi passano e siamo già a febbraio. Ora ci vediamo più spesso, A. è già a 37 settimane e decidiamo di finire i preparativi per la nascita: si tiene aperte più possibilità per il parto, c’è la variabile dei bambini da considerare e si è ripromessa di decidere sul momento quale sarà il suo luogo del parto. Ovunque deciderà di partorire, la seguirò e andrà bene così. 

07.15 del 21 febbraio e sto dormendo come un sasso. Succede sempre di sentirsi “più reperibili” a ridosso della data presunta di una donna che stai seguendo. E invece…eravamo entrambe convinte che avrebbe partorito dopo la 41° settimana, come gli altri suoi bimbi. 
Suona il cellulare, mi sveglio frastornata, sorpresa, “Cos'è? Chi è? Ah già che sono reperibile! Ma, che giorno è? Non posso crederci che sia A.” Guardo lo schermo ed è lei: 
“Giulia, ho contrazioni da mezzanotte, sono corte ma continuano. Mi sento più sicura se vieni qui”. 
Non mi ricordo cosa le ho farfugliato ma sono partita praticamente subito, il tempo di vestirmi, prendere la mia borsa del parto ed ero in macchina.

Quando esco di casa per andare ad assistere, che sia giorno o notte non importa, vivo tutto il viaggio al rallentatore (nonostante stia magari volando a 100 km/h): ogni suono, ogni odore, ogni sensazione del mio corpo è amplificata. Uno sfarfallio continuo nello stomaco mi ricorda il grande privilegio che la vita mi ha dato di accompagnare e accogliere la vita. E nessun’altro lo sa in quel momento, le persone vanno avanti con la loro vita ignari che sta per atterrare su questa Terra un altro essere umano e così magari in altre parti del mondo. Un po’ di divino che passa inosservato, la potenza della vita che è costantemente intorno a noi e non ce ne accorgiamo. 

Immersa in questi pensieri onirici e sconclusionati, arrivo a casa di A. I bambini sono ancora a casa, si stanno preparando insieme alla nonna per andare a scuola. A. è stanca, ha passato tutta la notte con queste contrazioni piccole e continue. “Io non capisco quello che devo fare, mi sembra il travaglio di P.”
“I terzi figli hanno un travaglio particolare, possono richiamare molto quello del primo bimbo ma sta andando tutto bene” le dico. 

Una volta sole, A. si rilassa, i bimbi sono a scuola e lei può concentrarsi su di sé e il suo bimbo. In cucina preparo una bella tisana con foglie di lampone e salvia e aspettiamo. Le contrazioni rallentano un po’, dando modo ad A. di riposare e chiudere gli occhi. Sono le 10, C., il compagno, è a casa e decido di lasciarli soli per 15 minuti, andando al bar sotto casa a fare colazione. 
Un filo invisibile mi collega costantemente a loro, lo percepisco solo io, mentre sono al bar ma c’è: sono lì con il corpo ma la mia mente è con loro anche se mi allontano per pochi minuti. 

Rientro in casa, le contrazioni sono irregolari, A. è stanca. Le propongo un rimedio per favorire le contrazioni ed A. accetta. Le propongo anche una visita ed è già a 5 cm! Dopo 10 minuti le contrazioni aumentano di intensità e frequenza, siamo in pieno travaglio ora. Dondoliamo, vocalizziamo, respiriamo…C. è la sua roccia, la segue e la sostiene sempre. 

Alle 13.30 si rompe il sacco. “A. si è rotto il sacco, va tutto bene. Con calma, quando vuoi, mi dovresti dire dove vuoi partorire perché se vuoi andare, questo è il momento giusto…” “Voglio stare qui.” “Ok, sono qui con te. Preparo due cose”.
Lentamente, nella penombra della camera, l’atmosfera cambia. L’aria è carica di ossitocina, è frizzante. Anche il gatto lo sente: nascosto per tutto il tempo, arriva in camera attratto da chissà quale istinto primordiale e si acciambella in un angolo, in attesa anche lui. 

Questo bimbo si prende tutto il tempo, ne ha bisogno, vuole la sua mamma concentrata su di sé. Un passo alla volta, le spinte si fanno più incalzanti, più energiche, la potenza della nascita invade la stanza ed ecco che emerge una testolina nera, tonda e perfetta.

 “Con amore, fai nascere il tuo bimbo” 

Ed ecco finalmente tra noi B., 3200gr di amore atterrato su questa Terra alle 16.05. 

Grazie, posso solo dirvi questo. Un racconto per me importante, una nascita a casa che segna la chiusura di un magnifico percorso, in cui siamo cresciute, ci siamo evolute e siamo diventate sempre più centrate insieme. Tre parti diversi, tre bambini diversi e una costante crescita per diventare la Madre meravigliosa che sei. Buona Vita a tutti voi...la vostra ostetrica.




Imprevedibile

E' proprio vero che ogni nascita è a sé: possiamo aver studiato anni e anni, letto milioni di libri sulla fisiologia della nascita, sviscerato ogni dubbio e parlato ore e ore con quella donna che andremo ad assistere, facendoci un'idea su come potrebbe essere il suo parto, quanto potrebbe durare, quali risorse potrebbe mettere in atto.

Ma in realtà non sarà mai come ce lo saremmo aspettati...
Il parto di G. mi ha letteralmente spiazzata, iniziato come un acquazzone tropicale, improvviso e veloce e seguito dalla famosa quiete prima della grande tempesta inarrestabile. E' la sua terza bambina, si sta facendo attendere un po', come la sorella più grande: c'è fermento, attesa, desiderio per questo VBAC (parto dopo cesareo). 

L'11 gennaio verso le 4, G. mi chiama: ha contrazioni ogni 5-6 minuti, dolorose. Ci siamo! Arrivo a casa sua, percepisco quella famosa vibrazione che sento sempre quando è in corso un travaglio e respiro. Respiro con G. per tutto il tempo, ad ogni contrazione. Le bambine e il marito A. sono a letto, è libera di poter fare ciò che sente. Questa è la pioggia...

Verso le 7.30 la casa si risveglia, l'ambiente si anima di suoni, voci, profumi e la gestione della famiglia passa in primo piano: la colazione, i vestiti, la scuola....Le contrazioni rallentano fino a fermarsi. Questa è la quiete...

Le bambine sono a scuola, in casa è tornata la calma, c'è tempo per riposarsi, approfittando dell'assenza delle contrazioni. Suggerisco un bel bagno, chissà che magari non smuova qualcosa, sento che G. è un po' turbata da questa strana quiete. Verso mezzogiorno, propongo a G. e A. di pranzare con calma e fare una bella passeggiata insieme e di rivederci verso le 19 se tutto rimane invariato: non c'è fretta, le acque sono integre, il collo è morbido e la dilatazione è sui 3cm. 

Torno a casa e penso a quanto sia particolare questo travaglio, questa terza figlia che si prende tutto il tempo che le serve per affrontare il viaggio. Alle 18 G. mi scrive dicendomi di essere stata dalla sua ginecologa per un controllo, che è sui 5cm (!) e che le ha proposto lo scollamento delle membrane. "Mi conviene cenare un po' prima..." penso. Infatti, dopo un'ora e mezza G. mi scrive che le contrazioni sono ogni 10 minuti. Bene, ci siamo! 

Verso le 19.50 mi scrive che sono più forti e ogni 5 minuti: "ma non ti preoccupare, Giulia, aspetta ancora un po' prima di venire da me. Cosa ne dici?" "Certo, quando vuoi che sia lì con te, me lo dici che parto." 
Me lo sento. Me lo sento che sta per scoppiare la tempesta del travaglio e mi vesto ugualmente, prendo la borsa e salgo in macchina. Mentre sono già in viaggio verso casa di G. da 10 minuti mi chiama dicendomi "Vieni, presto! Sono fortissime!" "Non ti preoccupare, 5 minuti e sono da te". 

Ore 20.15 arrivo. Non mi tolgo nemmeno le scarpe, mi avvicino a G. che vocalizza durante la contrazione. Sento il cuore della bimba, perfetto! Arriva subito un'altra contrazione e con questa G. fa una piccola spinta. "Ok G., hai sentito? La tua bimba sta per nascere, dobbiamo andare. A., prendi tutto e accendi la macchina. Io sarò dietro di voi." 
Chiamo le colleghe dell'ospedale, le avverto che stiamo arrivando. 

Ore 20.40 siamo in ospedale, voliamo in sala parto.

Alle 21.05 sono accovacciata accanto a G. e A., le tengo la mano e mi commuovo per lei, per loro. Siamo in questo vortice velocissimo, imprevedibile, il cuore a mille ed ecco! Forte come una tempesta, ecco che nasce la bellissima A. con un meraviglioso VBAC... 



Consapevolezza

Sono in studio, ho appena finito di lavorare e suona il cellulare: sullo schermo appare il nome di D. e so già cosa mi dirà...😊
"Giulia, sono di nuovo incinta. Vorremmo fare un altro parto in casa con te!"
Sono felicissima, mi ricordo perfettamente il loro primo parto come se fosse ieri e non vedo l'ora di assisterli nuovamente. Ci sono tante cose che rimangono nei ricordi dei parti che assisti, piccole cose, odori, suoni, colori...Ho amato da subito la loro casa, il profumo di caffè della moka che mi accoglieva ad ogni visita in gravidanza, la dolcezza di I., il loro Dogo femmina. 

L'emozione di ritrovare tutto questo dopo due anni è indescrivibile. Sono qui, per voi, ancora...

Le settimane passano tranquillamente, ci vediamo a casa una volta al mese, la loro prima bimba B. è dolce e tenera con il fratellino nella pancia. D.e G. sono sereni, prepariamo tutto per l'arrivo di M. e aspettiamo.

Il 25 ottobre iniziano le onde, piano e lentamente...Arrivo verso le 9 del mattino, D. è nei prodromi e ne approfittiamo per farci una bella colazione tutti insieme con tè, caffè e brioches.

Le contrazioni si trasformano, sono più incalzanti e dolorose e G., il compagno, comincia a riempire la piscina mentre D. ed io stiamo sul divano a respirare e vocalizzare insieme.

Poco dopo, la piscina è pronta e D. si immerge e si rilassa: in travaglio, l'acqua è il suo elemento. Intanto, arriva anche D. amico di famiglia e osteopata: non mi era mai capitato di assistere un parto in casa in presenza di un osteopata ma è stato illuminante vedere come aiutasse D. durante le contrazioni e come aiutasse il piccolo a posizionarsi correttamente e a scendere nel canale del parto. 

Alle 12 D. esce dall'acqua: la dilazione è sugli 8 cm ma il bimbo ha bisogno del suo tempo per scendere, per venire al mondo. Le contrazioni si allontanano un po', permettendo a D. di riposare...Non c'è fretta, va tutto bene.

Alle 14.15 il sacco amniotico si rompe e le contrazioni tornano ad essere frequenti e intense. Il tempo di preparare vicino a me gli asciugamani e la testina di M. è già nata e in una spinta eccolo tra di noi alle 14.25! Veloce e bellissimo...

Il piccolo M. starà abbracciato alla sua mamma e al suo papà per altre 4 ore ininterrottamente e rimarrà unito alla sua placenta per 3 giorni. ♡




Amore materno


"Questo amore ‐ da cui nasce ogni altro amore ‐ è l'amore materno, perché la maternità non è un'ennesima tecnica da applicare al nostro corpo ma qualcosa che ci trascende, che ci lega misteriosamente all'essenza del nostro esistere."
Susanna Tamaro

C. si è evoluta e plasmata, ogni gravidanza le ha insegnato qualcosa: su se stessa, sulla coppia, sulla vita. Questo terzo bambino porta tanto con sè: gioia, fermento, paure, rivelazioni, aspettative.

Le settimane passano veloci, una volta al mese ci incontriamo e parliamo di quello che C. e E., il marito, stanno vivendo, delle aspettative e della grande paura del parto. Valutiamo insieme le opzioni, le risorse, le possibilità per avere un parto positivo e optiamo per travagliare un po' a casa, quanto C. vorrà, senza imposizioni e per un accompagnamento in ospedale. 

E' sicura che partorirà a 38 settimane, come per gli altri suoi figli, ma G., il bimbo in arrivo, ha altri progetti e ancora alcune barriere da abbattere. I fratellini sono ansiosi di conoscerlo e C., per coinvolgerli, decide di far dipingere loro il pancione: un momento dolcissimo, divertente, speciale al quale ho potuto partecipare anch'io e, per questo, sono veramente grata.

In un tripudio di emozioni, finalmente iniziano i prodromi a 40 settimane e 5 giorni. Con lentezza, l'utero comincia il suo percorso e così, anche C., E. e G. entrano in questo viaggio...Arrivo verso l'una di notte del 5 ottobre, le contrazioni sono irregolari ma sopportabili, c'è quiete e calma nell'aria, non c'è fretta e tutto va bene. Aspettiamo che le contrazioni siano più regolari, più incalzanti, respirando e vocalizzando nella penombra della camera da letto. Alle 5.30, le contrazioni sono regolari, intense, G. si muove e aiuta C. ad aprirsi piano piano. Andiamo in ospedale.

Spesso, la rielaborazione di alcuni traumi legati al passato può avvenire rivivendoli anche parzialmente e usando nuovi strumenti di conoscenza e protezione che inizialmente non si possedevano. Forte di questo, C. è riuscita a vivere la parte finale del travaglio e il periodo delle spinte con maggiore serenità, consapevolezza e soddisfazione mettendo al mondo alle 11.30 del 5 ottobre G., meraviglioso e saggio bimbo. 





Sole radicato


V. sa esattamente cosa deve fare. Non perchè l'ha letto su qualche libro o rivista, non perchè gliel'ho detto io o qualche sua amica. Semplicemente lo sa. Ha fiducia nel suo corpo, nella sua bambina, nel suo compagno, nella sua famiglia. Questa sicurezza l'ha accompagnata per tutta la gravidanza, il travaglio e il parto e, se ha vacillato, è stato per un attimo ed è stato affrontato con coraggio.

Se dovessi raccontare metaforicamente V. al nostro primo incontro, la descriverei come un Sole luminoso e forte, radicato in profondità nella Terra. "Chissà se sa di avere questa grande forza e determinazione" penso, mentre parliamo e mi racconta un po' di sè, del suo compagno M. e di come vorrebbe vivere la nascita della loro bimba A.

Decidiamo di iniziare un percorso insieme in gravidanza, la fiducia aumenta per entrambe, V. sorride sempre, è serena e aspetta che la sua bimba si faccia conoscere. Il tempo passa, l'ospedale è stato scelto, i preparativi sono ultimati, A. si fa attendere...

Il 3 ottobre a 40 settimane + 3 giorni, propongo a V. due trattamenti che rispecchiano perfettamente ciò che sento su di lei: il massaggio con olio essenziale di cannella (il fuoco del Sole) e il massaggio polare (la calma e il radicamento della Terra) per rilassarla ma contemporaneamente attivare l'utero.

Qualcosa inizia, piano, ad emergere. Ci sono le prime contrazioni...verso sera sono più intense e frequenti e si rompe il sacco amniotico (una rottura alta). V. è serena, come sempre, positiva e solare. Decido di partire per starle vicino e valutare la situazione. 

Entro in casa loro verso mezzanotte...Mi accoglie la solita energia che solo nella casa di una coppia in travaglio si può percepire e un intenso profumo di salvia: M. è alle prese con la tisana per le contrazioni. V. cammina e mi sorride: "Sono più vicine ora, ci siamo". E cammina avanti e indietro in salotto, respirando tra una contrazione e l'altra.

Passeggiamo avanti e indietro, vocalizzando e respirando fino alle 4.30 quando le chiedo se posso visitarla: è già sui 7cm, la bimba è ben posizionata ed è ora di partire per l'ospedale.

In ospedale, V., M. ed io veniamo accolti con molta gentilezza, ci lasciano tranquilli, così V. può continuare a vocalizzare e camminare come a casa, fiduciosa del suo corpo.
Lei sa. Si lascia guidare dalle sensazioni, dalle emozioni, da quello che le comunica la sua bimba; e così, con amore e fiducia, supportata da M. e tenendo la mia mano, il 4 ottobre V. mette al mondo la loro splendida A. dai lunghi capelli neri...

Un parto meraviglioso...


Self-confident

"Informato, piena coscienza di sè, consapevole, sicuro."

"Questa donna  ha una forza incredibile!" E' stato il mio primo pensiero su L. e non mi ero sbagliata...Ci conosciamo alla sua prima gravidanza un po' per caso e per qualche consulenza di sostegno nel post partum dopo cesareo. 

Mi ricontatta dopo circa due anni dal nostro primo incontro: "Sono incinta e voglio un VBAC (Vaginal Birth After Cesarean)". Sento che lo vuole con tutta se stessa, che è convinta e che non si arrenderà facilmente a niente, combatterà per avere ciò che desidera. 

Ci incontriamo, parliamo tanto, le dico che per la sua data presunta del parto (1 ottobre) ho già 3 reperibilità e un parto a casa: "Non mi interessa, io voglio te, sento che ci sarai al mio parto" mi dice. "Ok" rispondo "i bambini lo sanno, se N. mi vorrà come sua ostetrica, aspetterà gli altri bimbi o nascerà prima degli altri". 
Sono tranquilla e molto sorpresa per la sua forza d'animo e la sua determinazione, sento che partorirà benissimo. 

Il 26 settembre facciamo una visita di controllo dove parliamo e sentiamo come sta N.: con le manovre di Leopold e la misurazione sinfisi-fondo capisco che manca molto poco alla sua nascita, tanto più che L. ha alcune contrazioni. "Cosa dici? Ci siamo??" mi chiede "Può essere...N. è in posizione, è molto giù e penso si sia messo d'accordo con gli altri bimbi!" sorrido. 

L. è felicissima, non vede l'ora...le consiglio di stare in ascolto di ciò che sente e di chiamarmi appena percepisce qualcosa di diverso. Sono tranquilla, nessun'altro bimbo vuole nascere quel giorno e so che posso dedicarmi a lei completamente. 

Alle 18 L. mi avvisa che le contrazioni sono più forti e ravvicinate, decido di partire e andare a casa sua. E' nella penombra, sdraiata sul suo letto, accanto all'uomo che ama, circondata dall'amore, dall'ossitocina e dalle endorfine...
Stiamo così, vicine, a vocalizzare e a cavalcare le onde. Ogni tanto arriva a farle visita anche il suo bimbo di due anni che la riempie di baci e coccole. Mangia, beve (salvia e zenzero), si riposa...è padrona del suo corpo e del suo sentire, non ha paura. 

Dopo alcune ore, le contrazioni sono intense e molto incalzanti, le chiedo se posso visitarla ed è sui 7cm! "Bene L., sei sui 7cm, cosa vorresti fare? Vuoi andare in ospedale?" "Sì, andiamo...non manca molto".

Insieme con A., il suo compagno, andiamo in ospedale, piano, tra una contrazione e l'altra, la guardo e le dico che ce la può fare, che in ospedale non cambierà nulla, sarà in grado di gestire le contrazioni come a casa, vocalizzando e facendosi massaggiare. Arrivati in ospedale, aspetto in sala d'attesa, e nel giro di tre ore nasce N., un meraviglioso bimbo nato da una meravigliosa donna. 

Entro in sala parto: "Giulia! Ce l'ho fatta! Ho fatto il Vbac! Ci devi credere con tutte le tue forze e succede!" Ero colma di gioia anch'io...Una rinascita! 


Centratura

"Avere piena percezione del proprio corpo e lasciare che si attivino tutte le strategie per raggiungere l’obiettivo con il minimo della spesa e del rischio."

La nascita di E.
E' proprio questa la prima cosa che percepisco in S. e A.: l'essere assolutamente centrati e uniti, cosa che la gravidanza ha sicuramente accentuato ancora di più. Sono lì, in ascolto del loro bambino e di quello che il corpo di lei comunica, con serenità e tranquillità. 
Il 28 agosto qualcosa comincia a muoversi, piccoli indurimenti, piccole modificazioni che ci fanno pensare che il piccolo si stia preparando a venire al mondo. Verso sera, quando tutto è più calmo, iniziano le contrazioni: piano piano il viaggio inizia. 
S. mi chiama verso l'una di notte, le contrazioni sono forti, regolari, potenti. Parto. E' meraviglioso entrare in una casa dove c'è una donna in travaglio perchè senti un'energia diversa, percepisci che stai entrando in una dimensione particolare dove il tempo scorre diversamente rispetto al resto del mondo. 
Li trovo in penombra, con le luci soffuse, in travaglio insieme e io posso solo accompagnarli e cantare con loro, senza interferire. Verso le 5 decidiamo di andare in ospedale, la dilatazione è buona, S. e A. cavalcano le onde...Insieme con pazienza e senza mai perdere la speranza daranno alla luce E. il 29 agosto alle 11.30. Meraviglioso...



La nascita di A.
Quando A. e io ci conosciamo, la prima cosa che percepisco è la grinta e la dolcezza di questa donna, unita a una forte determinazione: "partorirà benissimo" penso "perchè si fida del suo corpo e della sua bambina". E più passano le settimane, più capisco che sarà così davvero. Intorno a lei, oltre al compagno M., c'è una famiglia forte e unita, donne consapevoli che le trasmettono sicurezza ed energia femminile. 
Il 20 settembre qualcosa cambia, inizia lentamente, per dare il tempo ad A. di adattarsi alla nuova situazione, per dare modo a tutta la famiglia di prepararsi all'evento. Verso le 18 sono da lei, le contrazioni sono forti. 
E' meraviglioso vederla affrontare le onde del parto: si concentra, sta nel corpo e poi, finita la doglia - puff - torna presente e attiva (quanti modi diversi di travagliare possono esistere!). 
Verso le 20, le contrazioni sono forti ma A. può contare sul sostegno di D., la sorellina di 11 anni. D. ha un dono: è una doula e non sa di saperlo, accarezza la testa della sorella in travaglio, le prepara le tisane alla salvia, canta insieme a noi durante le onde. E' fiera e sa benissimo che partorire è una cosa naturale, non ha paura. Non avevo mai visto nessuno, neanche una doula adulta accudire una donna in travaglio così...
Con calma, verso le 21, A. e M. decidono di andare in ospedale, li accompagno dentro la sala parto: la dilatazione è completa e lentamente A. percepisce la voglia di spingere. 
In un clima tranquillo e rispettoso, A. viene al mondo, avvolta dalla forza dei suoi genitori e dalla vicinanza di tutte le altre donne della sua famiglia. Che emozione unica...



Superare i propri limiti


“Quando ti dicono che non puoi farcela, ti stanno mostrando i loro limiti. Non i tuoi.”
(Anonimo)

Ogni donna è un mondo, ogni parto è un grande viaggio dentro se stessi. La nascita porta a riconsiderare quali siano i propri limiti, a superarli e a sentirsi forti della nuova conquista.

In questi ultimi mesi ho assistito quattro parti intensi, rivoluzionari, due molto lunghi e due molto brevi ma tutti straordinari nella forza e nella tenacia di queste quattro donne meravigliose.

Come E. che ha avuto un travaglio intenso, un viaggio all'insegna del cambiamento non solo fisico ma soprattutto emotivo, personale, psicologico, fatto da momenti di scoraggiamento ma anche di forze ritrovate e di coraggio nuovo, istintivo, supportato dalla presenza costante di suo marito M.
In sala parto, Bocelli cantava:

“Era dentro te soltanto un sogno
Ma presto il sogno sarà realtà
Ora crescerà, la tua passione
Tra mille sfide ti guiderà
Credi in te
In ogni attimo
Tu potrai scegliere
E non dimenticare che
Dipende da te
Respiro libero
Urlo dell’anima
Nelle tue mani se vorrai
il tuo destino avrai”

E così, il 2 febbraio 2018 alle 15.02 è nato T., meraviglioso bimbo forte e determinato.




Anche la nascita di L. è stata una rivelazione per E. e A., catapultati all'improvviso in un travaglio incalzante, intimo e travolgente. Un viaggio per E. verso la consapevolezza, verso il suo essere non più solo figlia, sorella e compagna ma anche madre. 

Per questo ci vuole tempo per adattarsi, per accettare; tempo per il proprio corpo che cambia e per accogliere il proprio bimbo in questo mondo. L’unione e la complicità con A. hanno aiutato E. a lasciarsi andare, a trovare la forza di far nascere splendidamente il suo bambino il 17 aprile alle 15.30.


Per la nascita di luglio, ho dovuto rivedere alcune mie convinzioni in merito ai travagli dei primi figli: la nascita di R., infatti, è stata velocissima come mai mi sarei aspettata. Un travaglio meraviglioso a casa, al buio, immersa nell'istinto e nell'energia femminile, a permesso a C. di arrivare in ospedale solo per le spinte finali per far nascere il suo bambino il 22 luglio all’1.14.


Così anche il travaglio di A. esplosivo, durato solo 3 ore, l’ha travolta in un viaggio profondo dentro di sé, portandola a superare con stupore i propri limiti e ad avere fiducia nella sua bambina, arrivando giusto in tempo in ospedale per dare qualche spinta e accoglierla nell'acqua calda della vasca da parto, avvolta dall'amore del suo papà G. il 2 agosto alle 23.54.

Amore






"L'etimologia della parola amore risale al sanscrito kama = desiderio, passione.
Un'altra interpretazione etimologica della parola amore, fa risalire il termine al verbo greco mao = desidero, da cui il latino amor da amare che indica un'attrazione esteriore, viscerale, quasi animalesca.
Un'ulteriore e meno probabile ma curiosa ed interessante interpretazione etimologica della parola amore individua nel latino a-mors = senza morte l'origine del termine, quasi a sottolineare l'intensità senza fine di questo potentissimo sentimento."

Le due nascite che ho assistito a inizio e metà gennaio hanno in comune proprio l'Amore: puro, potente, travolgente, inaspettato. Quando il Destino ti porta su un percorso totalmente diverso da quello che pensavi, solo l'amore ti può salvare e guidare. 

La nascita di I. 

La nascita di I. ha portato tutti, compresa l'ostetrica, ha rivedere i progetti messi in atto negli ultimi mesi. Il 31 dicembre 2017 sto festeggiando con Paolo, il mio compagno, l'ultimo dell'anno a Tremosine, giusto il tempo di brindare, fare un giro e tornare a casa. Scocca la mezzanotte, cominciano i fuochi d'artificio sopra il Lago di Garda e, guardando il cielo, mi accorgo che c'è la luna piena. Nulla di stravolgente, tuttavia sento che c'è qualcosa che non va...Mi ricordo di aver detto a Paolo: "Mmmm...guarda questa luna...non mi piace per niente." "Giulia, vuoi tornare a casa?" "Sì, dai...non sono tranquilla".

Ci avviamo verso casa e siamo a Piacenza per le 3 del mattino.

Alle 5.30 suona il cellulare: "Giulia, ciao, sono C. Penso di aver rotto le acque! Ma è presto, sono di 36 settimane!". 
Chiamiamolo "sesto senso ostetrico"...Tempo di vestirmi e sono da loro. Valutiamo tutte le opzioni, consapevoli che un parto in casa è da escludere per l'epoca gestazionale, nonostante fosse un grande desiderio di C. e L. 

Decidono per l'ospedale di Cremona e, dato che le contrazioni non sono ancora partite, rimaniamo d'accordo che una volta iniziato il travaglio, mi chiameranno per avere sostegno emotivo in sala parto. 

Verso sera, ricevo un messaggio da L. che mi dice: "Contrazioni ogni 3 minuti, regolari, dolorose, è sui 3 centimetri. Secondo me puoi venire." Mi preparo e parto verso Cremona. 

Inaspettatamente, C. passa dai 3 centimetri a 10 in neanche un'ora, quindi arrivo già in espulsivo. La forza e la determinazione di C. sono incredibili, sono onorata di poter stare loro accanto e portare avanti il nostro percorso insieme, anche in ospedale.

Mi rimarrà per sempre impresso nella memoria lo sguardo stupito e pieno d'amore che L. ha rivolto a C. una volta nata la bimba...Un "ti amo" così vero, così struggente, che mi ha commossa.




La nascita di G.

Tutto l'amore che lega M. e A. è emerso potente con la nascita del loro bimbo, G. Iniziano, improvvisamente, le contrazioni un giorno di metà gennaio. Il parto è programmato a casa ed è tutto pronto per accogliere questa nuova vita. La collega ed io andiamo a casa della coppia, le contrazioni sono molto intense e decidiamo di stare accanto a M. per rassicurarla, sostenerla e condurla in questo percorso di cambiamento, apertura e crescita interiore. Stiamo con loro fino al giorno successivo, A. è sempre presente, amorevole, disponibile per la sua compagna. 

Noi ostetriche valutiamo e ascoltiamo, capendo che forse il tempo di M. e del suo bambino non coincidono con i tempi per un parto in casa. D'accordo con la coppia, li accompagno in ospedale, non senza un po' di ansia: M. e G. hanno bisogno dei loro tempi. 

Sono fiduciosa, però, so che A. starà sempre accanto a M. e le trasmetterà tutto l'amore possibile. Così è successo, un parto lungo e impegnativo ma sostenuto dalla forza e dall'unione della coppia.



Tempo

Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo.
(Stephen Hawking)


In questi ultimi mesi, il tempo è volato. Un vortice incredibile di avvenimenti e nascite che mi hanno completamente assorbita e girata come un calzino. 

Famiglie, storie, colleghe, nascite, bambini completamente diversi l’uno dall’altro, un continuo mettersi in gioco e entrare in relazione con donne forti e potenti a piccoli passi con modalità estremamente differenti. Entrare nel loro tempo e nel tempo dei loro bimbi mi ha permesso di capire ancora una volta come in ostetricia il tempo sia un concetto variabile, soggettivo e legato al vissuto di ogni donna, non solo fisico ma soprattutto emotivo.

La nascita di C. il 29 agosto è legata alle parole “potenza” e “passaggio”: a 42 settimane e 1 giorno, con la sua determinazione e il suo coraggio, è atterrata potente e veloce su questa terra, accolta dalle braccia della sua mamma e del suo papà. Una nascita meravigliosa e intensa di una bambina Lotus con nodo vero, che mi ha permesso di capire ancora una volta come in ostetricia, ciò che è scritto sui libri, è estremamente difficile da osservare. 

Così come la nascita di A. il 1 settembre, a 41 settimane e 3 giorni ha permesso alla sua mamma di centrarsi e radicarsi a terra in connessione con il suo bambino e darlo alla luce nella forza e nell'amore. 

La nascita di L. il 22 ottobre è stata la più veloce e sorprendente, a 40 settimane, in sole 3 ore; un bambino Lotus meraviglioso, libero sotto ogni aspetto. 

La nascita di F. il 17 novembre è stata travolgente...F. mi chiama verso le 17 dicendomi di aver rotto le membrane, anche se non ha contrazioni. Attendiamo, pazienti che inizi il travaglio. Alle 20.30 il viaggio ha inizio, veloce, incalzante. A casa, sulla poltrona, F. si sente a suo agio, è istinto e forza. 
Alle 22.20 la piccolina decide che ormai è arrivato il momento di venire al mondo, corriamo in ospedale - il luogo del parto di F. - e di lì a poco nascerà una meravigliosa bimba dai capelli neri e gli occhi azzurri, di famiglia. 

La nascita di M. il 1 dicembre, a 41 settimane e 4 giorni, è stata per la sua mamma una rinascita potente, una cura, una guarigione profonda che le ha permesso di sentirsi una guerriera, protagonista della sua vita e del suo parto. Il tempo per la guarigione e la consapevolezza in 4 ore di periodo espulsivo mi hanno fatto capire che bisogna sempre avere fiducia nelle donne e che la fisiologia può esserci anche quando non sembra tale perché varia da donna a donna in base alla sua storia.

Alla base di tutto c’è il tempo: lungo, breve, veloce, necessario, radicante. 

Onorata di aver assisto queste meravigliose nascite e grata per l’opportunità che questi bimbi mi hanno dato di cogliere sfumature diverse della parola “tempo”.



Dedicato a S. e I., bimbi speciali in un tempo speciale…


Evoluzione


“L’evoluzione può essere necessaria soltanto a colui che si renda conto della sua situazione e della possibilità di cambiarla, e si renda conto che ha dei poteri che non usa e delle ricchezze che non vede. Ed è nel senso della presa di possesso di questi poteri e di queste ricchezze che l’evoluzione è possibile.”
George Ivanovitch Gurdjieff


Questo racconto non è solamente un racconto di un parto ma la storia di un’evoluzione profonda, personale e di coppia, una crescita e un cambiamento che C. e P. hanno compiuto insieme, mano nella mano, già prima della loro seconda gravidanza il cui apice è stato raggiunto con la nascita della loro bellissima bimba.

Conosco C. due anni fa, per caso, sei mesi dopo la nascita della sua prima bimba: una delle prime cose che mi dice è “alla prossima gravidanza voglio te, voglio fare un percorso insieme al mio compagno e partorire con te” e le prometto che sarò pronta a iniziare questo viaggio quando sarà il momento. Era il 2015.

A ottobre 2017, suona il telefono, leggo il suo nome sullo schermo e già so cosa mi dirà: “Giulia sono incinta! Quando ci vediamo?”.

Iniziamo un percorso insieme, un percorso prevalentemente psicologico ed emotivo con incontri a cadenza mensile: C. e P. hanno bisogno di elaborare, di avere risposte, di trovarle dentro di loro, di confrontarsi e parlare, riempire i vuoti e dissipare le paure che il precedente parto ha portato con sé, i cambiamenti che ci sono stati e trovare soluzioni e strategie per far fronte serenamente a questa nuova gravidanza.

I mesi passano e li vedo evolvere, una consapevolezza sempre maggiore, sempre più forti e uniti. Cerco di accompagnarli come meglio posso cercando di potenziarli e lavorando sulla fiducia nel corpo, nel bambino e nella coppia: “Giulia, tutto quello che voglio è che me la mettano subito addosso e che lei stia bene” mi continua a ripetere C.; elaboriamo insieme un buon piano del parto da presentare alla presa in carico per sottolineare questo suo desiderio.

Verso la 30° settimana è ora di scegliere dove e come vogliono partorire. Decidono di lasciarsi aperte tutte le strade, sia quella del parto a domicilio sia quella dell’accompagnamento in ospedale, in base a cosa sentirà C. sul momento. Tra noi è nato un bel rapporto di fiducia che mi permette di essere serena di questa loro scelta e dico loro che in ogni caso ci sarò.

E’ la settimana del 3 luglio, siamo quasi a termine, C. comincia a sentire che manca poco, alcune paure vengono a galla, come è normale alla fine della gravidanza ma C. sa di non essere sola e sa che ha tutto l’appoggio del suo compagno. Anch'io sento che manca poco…

Infatti, lo squillo del cellulare alle 2 di notte di domenica 9 luglio non mi stupisce, me lo aspettavo: “Le contrazioni sono quelle giuste, ogni 3 minuti”. Parto.

Il travaglio è da manuale, contrazioni regolari, forti e potenti. Massaggi, vocalizzi, rassicurazioni, coccole e luce soffusa…non le serve altro.

Alle 6.15 mi chiede di visitarla, sente qualcosa di diverso: è sui 6 cm, a questo punto dico loro che devono decidere se andare in ospedale o se stare a casa. Decidono di andare in ospedale. Li accompagno, sto loro accanto in sala parto, durante la visita del medico “siamo sugli 8cm Signora, ottimo!”, fino quasi a inizio periodo espulsivo poi mi chiedono di uscire, “manca poco” mi dice la collega (la stessa dell’ultimo parto che ho accompagnato n.d.r).

C. non ci crede, non può credere che stia andando tutto bene e così in fretta ma le dico di fidarsi di me e soprattutto del suo corpo e che sta andando tutto secondo i suoi desideri. Esco dalla sala parto alle 6.30, vado a fare colazione, sono con la mente in sala parto con loro, so che andrà bene, so che avrà quello che desidera.

Torno nella sala d’aspetto e dopo 5 minuti vedo uscire P. tutto felice, mi corre incontro e mi dice: “E’ nata B. alle 6.45!! Tutto bene, è addosso a C…Ce l’abbiamo fatta!”. Entro in sala parto e le vedo, bellissime, insieme, C. ancora incredula ma felice.

Dopo qualche giorno C. mi dirà: “Vorrei rivivere quei momenti tutti i giorni per sempre, all'infinitodall'esatto momento in cui ho capito che le contrazioni erano quelle giuste a quando l’ho potuta avere tra le braccia”.

Una nascita meravigliosa, un percorso emozionante, un’evoluzione personale incredibile…


Resilienza


“La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà. È la capacità di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza perdere la propria umanità.”



Credo che questa frase rispecchi perfettamente M. e l’arrivo del suo bimbo arcobaleno, “venuto dal cielo”.



 E’ novembre, squilla il telefono e compare il nome di M., non la sento da più di un anno: “ciao Giulia, ti chiamo perché sono incinta. Ci possiamo incontrare per fare due chiacchiere?”.  Sono molto felice per M. ma al tempo stesso preoccupata, l’atmosfera che le gira intorno non è delle migliori, non è accogliente come dovrebbe. 



Parliamo tanto quel pomeriggio di tutto, da quello che è successo nell'ultimo anno a quello che è successo nell'ultimo mese. La sua non è una richiesta solamente ostetrica ma una richiesta molto più ampia, di sostegno emotivo e psicologico. Ed io sono qui per questo.



Iniziamo insieme un percorso in gravidanza, i mesi passano e siamo già quasi a termine. Cominciamo a valutare insieme i vari ospedali della zona favorevoli al VBAC (il primo parto è avvenuto con un taglio cesareo programmato) e ne selezioniamo tre: Piacenza, Monza e Cremona. Valutiamo tutti i pro e i contro: distanza, possibilità di travagliare in acqua, modalità di eventuale induzione; nel dubbio, M. esegue la presa in carico in tutti gli ospedali e con le prime contrazioni deciderà dove andare. 



Le ultime settimane passano, M. era convinta di partorire prima il suo bambino e gli ultimi giorni sono per lei veramente difficili da affrontare. Il 3 luglio, a 40 settimane e 2 giorni, l’ospedale di Cremona le propone l’induzione meccanica con palloncino e M. accetta di essere ricoverata. L’accompagno in questa avventura e insieme ci dirigiamo verso Cremona, luogo definitivo in cui partorirà. 



Quella sera, dopo l’applicazione del palloncino, parliamo tanto fino a notte fonda, in attesa che partano alcune contrazioni. Prima di andare a dormire le propongo la digitopressione nei punti legati all'utero, la Polarity per cercare di smuovere qualcosa associata ai suoi fiori di Bach e dei rimedi omeopatici. 



Il 4 luglio passa velocemente, con poche contrazioni. Le viene rimosso il palloncino e prospettata l’induzione con ossitocina. Cerchiamo di temporeggiare e valutare tutte le alternative. L’ansia c’è e M. non è tranquilla nel seguire il protocollo, così le consiglio di chiedere al medico di aspettare l’indomani mattina per la classica induzione e di prendere l’olio di ricino. 



Difficilmente lo consiglio ma, se ce n’è bisogno e oggettivamente la gravidanza è terminata (non sempre ciò coincide con la 40 settimana n.d.r), funziona molto bene sull'intestino e sull'utero. Ci lasciamo alle 17.30 con la speranza che l’olio di ricino faccia effetto e che tornerò a Cremona con le prime contrazioni. 



E’ mezzanotte e mezza del 5 luglio, squilla il telefono: “Ci siamo, contrazioni ogni 3 minuti belle forti”. Oh che bello, penso, sono partite! Parto alla volta dell’ospedale e, quando arrivo in stanza,  M. è decisamente in travaglio. 



Il suo sogno è quello di travagliare e partorire circondata dal verde, che si veda almeno in lontananza. E’ buio, fuori dalla finestra della sala parto non si vede granché, le propongo di scegliere la stanza verde giusto per rimanere sul tema.



Il travaglio procede con i suoi tempi in una stanza abbastanza accogliente con ostetriche molto gentili e disponibili, con l’unica pecca della temperatura gelida nella sala parto che crea forte disagio a M. 



All'alba mi chiede di aprire le tende per poter guardare fuori e lo spettacolo che ci si presenta è fenomenale: le grandi finestre della sala parto al settimo piano danno su un vasto giardino e da questa altezza possiamo vedere chiaramente l’orizzonte e il sole sorgere. E’ proprio quello che desiderava per il suo parto…è un attimo che ricorderà per sempre ed io con lei, un momento di pace e di sublime bellezza immersa nel verde e nei tenui colori dell’alba. 



Ciò migliora tantissimo l’umore di M. che prosegue il suo travaglio, un travaglio che ha bisogno di tempo, assestamento, accettazione e tranquillità. Momenti di sconforto alternati a momenti di forza e determinazione…Quello che posso fare io è massaggiare, scaldare e stare con lei fisicamente ed emotivamente, aspettando che il piccolino arrivi. 



Alle 12 M. comincia a sentire la voglia di spingere, si trova in ottima sintonia con l’ostetrica di turno e questo l’aiuta a rilassarsi e dare il massimo durante le spinte. Ed ecco che alle 15.02 del 5 luglio viene al mondo con un potente VBAC M., bellissimo bimbo arcobaleno venuto dal cielo. 



Forza


"Tutti abbiamo dentro un'insospettata riserva di forza che emerge quando la vita ci mette alla prova" (Isabel Allende)


Conosco V. e suo marito S. a novembre 2016. Percepisco subito una grande forza in lei e molta complicità con suo marito, la sua roccia. Mi raccontano un po' di loro, del desiderio di avere una gravidanza serena, poco medicalizzata e di volere un parto tranquillo. 

Così inizia il nostro percorso: ci vediamo ogni mese per i controlli in gravidanza ma soprattutto per creare tra noi un rapporto di fiducia. Tutto procede per il meglio, il bimbo cresce bene e lei è serena. 

Verso la 30° settimana, durante un controllo, V. mi dice: “Giulia, abbiamo scelto di partorire a casa, ci sentiamo più sicuri e a nostro agio qui”. Cominciamo, quindi, a compilare tutti i moduli che servono per avere il rimborso regionale e prendiamo appuntamento con un’ostetrica e una ginecologa dell’ASL di riferimento per avere l’ok al rimborso. 

A quell'appuntamento vado anch'io: quando parlo di violenza ostetrica non intendo solo la violenza fisica nell'atto del parto, intendo anche la violenza verbale, l’umiliazione, la denigrazione che si può subire in gravidanza. Ecco, quell'incontro è stata una violenza verbale continua. 

Usciamo dall'ambulatorio con il diritto al rimborso ma sconcertate da quello che è appena successo. Possibile che la collega non si sia resa conto della pesantezza delle parole che stava usando, mi chiedo? Cerchiamo di mettere da parte questa spiacevole parentesi, concentrandoci sull'aspetto positivo della giornata: V. avrà il suo parto a casa! E’ tutto pronto: gli asciugamani, le lenzuola, la piscina...La presa in carico all'ospedale è stata fatta, bisogna solo attendere che il piccolino si tuffi.

Il 28 giugno alle 10 del mattino mi chiama V. dicendomi che le si sono rotte le acque. Ottimo, penso, da qui a breve partirà il travaglio. Tuttavia, le ore passano senza un apparente cambiamento, così alle 19.30 le propongo l’olio di ricino, rimedio naturale che non consiglio quasi mai a meno che non sia evidente la fine della gravidanza e dopo aver fatto un’attenta valutazione circolare della donna. 

La lascio alle prese con l’olio, sicura che avrà effetto, e intanto esco a cena. Nel corso della serata ogni tanto mi arrivano dei messaggi da parte di S. “contrazioni…”, “contrazioni irregolari”, “contrazioni ogni 8 minuti”. Decidiamo di concludere in fretta la serata, consapevole che presto il travaglio partirà. 

Riesco ad addormentarmi alle 23.30 e alle 00.30 suona il cellulare “le contrazioni sono ogni 3 minuti da un po’”. Parto con calma, non c’è fretta. Appena superata la soglia di casa, vengo accolta da una pace incredibile, c’è silenzio e tranquillità…V. è sul divano ad occhi chiusi, concentrata. 

Per avere un’idea se qualcosa si sta muovendo, le propongo una visita interna: è sui 3 cm! Chiamo le mie colleghe, il travaglio è iniziato. Da questo momento in poi, le ore passano…V. usa l’acqua, il respiro, è a suo agio. Noi ostetriche usiamo l’omeopatia, la digitopressione e le compressioni. 

Abbiamo, però, una spada di Damocle sopra la testa: il sacco rotto da quasi 24 ore. Cerchiamo di non focalizzarci troppo su questo fatto, V. e il bimbo stanno bene, non c’è niente di anomalo. Alle 8.15 comincia ad avvertire un po’ di pressione, ottimo segno! Aspettiamo…Forse la stanchezza, le tante ore, le contrazioni cominciano un po’ a diminuire. Proviamo ancora con la digitopressione, l'omeopatia e la pressa ostetrica (al momento, che io sappia, usata solo da Ina May Gaskin).

Sono le 11, tanti fattori ci portano, di comune accordo con V. e S., a optare per un trasferimento in ospedale. Le prospetto già quali procedure le proporranno in ospedale, ossia antibiotico in vena e ossitocina, le dico che cercherò di rimanere con loro in sala parto il più a lungo possibile e che andrà bene, rispetteranno il loro piano del parto. 

Arrivati in ospedale ci accoglie una gentilissima collega, c’è un po’ di confusione e riesco a rimanere con loro durante il tracciato di controllo e le flebo. V. è sugli 8 cm, non manca tanto. 

Dopo 30 minuti e 5 gocce di ossitocina, le contrazioni ripartono potenti e da questo momento la cognizione del tempo anche per me è un po’ alterata. Non so di preciso quanto tempo è passato, so solo che sono rimasta accanto a V. e a S. tutto il tempo e a un certo punto cominciano le spinte!

Alle 13.45 nasce S., un bellissimo bimbo di 4370gr che rimarrà attaccato alla sua placentina per 2 ore dopo la nascita. Un’esperienza intensa e meravigliosa e piena di Forza.

Un lungo viaggio

Era marzo 2016. Avevo appena concluso il corso sull'armonizzazione delle cicatrici secondo il metodo Kanner, un corso impegnativo, emozionante e molto intenso sulle cicatrici del corpo, cicatrici sia fisiche sia emotive e su come poterci lavorare su tutti i piani.

Pubblico un articolo sull'armonizzazione (QUI il link) e dopo pochi giorni vengo contattata da C. Vorrebbe provare a lavorare sulla sua cicatrice da cesareo avvenuto 2 anni prima. Ci incontriamo nel mio studio, parliamo tanto prima di iniziare il trattamento: è una persona forte, determinata, molto profonda. Percepisco tante emozioni nella sua voce quando parla della nascita del suo primo bambino e credo proprio che l'armonizzazione possa far emergere altro di quell'esperienza.

Tanto emerge da quelle sedute...consapevolezza, accettazione, fiducia, nuove energie e il desiderio di un VBAC (Vaginal Birth After Cesarean n.d.r). Ci salutiamo con la speranza di rivederci presto con la notizia di una nuova gravidanza. I mesi passano e un giorno ecco un messaggio: "Sono incinta! Quando ci possiamo vedere?". Che bello! Sono emozionata anch'io. Seguo C. e suo marito M. per tutta la gravidanza.

Adoro seguire le gravidanze, non mi occupo solo della parte clinica ostetrica - prescrivere esami, misurare l'utero, sentire il cuoricino del bimbo - ma soprattutto della parte emotiva e psicologica, il tutto permette di creare un legame forte con la donna e un rapporto basato sulla fiducia reciproca. Con C. sento subito questo legame e questa grande fiducia non solo tra di noi ma anche tra lei e il marito, tra lei e la bimba che porta in grembo e tra lei e il suo corpo. Sento che ce la farà, riuscirà ad avere il suo VBAC.

Verso la 34 settimana C. prende appuntamento per parlare col personale dell'ospedale di Cremona in merito  al VBAC: sono tutti molto gentili e disponibili, accettano senza problemi il suo piano del parto e anche il suo desiderio di travagliare a casa e avere me al suo fianco in sala parto insieme a suo marito. C. è molto soddisfatta, l'ambiente le piace, si trova a suo agio, il personale è disponibile, è rincuorata dal fatto che ci potrò essere anch'io insieme a loro, tutto procede nei migliori dei modi. Ora bisogna solo aspettare che la piccolina sia pronta per nascere.

Lunedì 8 maggio alle 4 del mattino suona il cellulare, è M.: "C. ha contrazioni forti ogni 3 minuti. Vieni?". Tempo di vestirmi e parto. Il travaglio è iniziato, C. ha contrazioni forti e regolari, respira e si muove liberamente mentre M. ed io l'aiutiamo con massaggi e tisane.

Alle 12 C. si sente pronta per andare in ospedale, è sui 5 cm. Arrivati a Cremona, le viene assegnata la sala parto più confortevole, con vasca e letto matrimoniale e, così come a casa, senza pressioni, senza intrusioni, il travaglio procede. Verso le 17 la dilatazione è ancora sui 6 cm, C. è un po' scoraggiata ma non molla, è sostenuta da suo marito, da me e dalla sua bimba. Ce la farà.

Il VBAC è un percorso in salita, ci sono momenti in cui pensi "non ce la farò mai", altri in cui pensi "sì, questa è la strada giusta", è fondamentale avere accanto persone che ci credono, persone che ti sosterranno e ti daranno la forza di continuare anche quando i tempi non rientreranno perfettamente nelle curve, quando aleggerà l'ombra di un altro cesareo, quando l'ansia che qualcosa vada storto prevarrà sulla fiducia nel corpo.

Alle 22 C. sente la voglia di spingere, ci siamo, la parte più dura è andata: arrivare ai fatidici 10 cm. Con una forza e una grinta incredibile C. accompagna la sua bambina a venire al mondo. Nessuna costrizione, nessun impedimento, solo il corpo, la forza e la determinazione.

Piano piano, con molta lentezza la bimba scende e all'1.37 con una grande spinta A. emerge e nasce, con amore e con dolcezza. La gioia e lo stupore che colgo negli occhi di C. e M. è impagabile...

E una lacrima scende anche a me...Benvenuta al mondo piccolina!


Monet Nicole credits

Un parto consapevole

La chiave di questo racconto è "consapevolezza": consapevolezza dell'essere coppia, consapevolezza del potere del corpo femminile, consapevolezza dei propri desideri e di come realizzarli. 

Incontro F. e V. quasi due anni fa, interessati a conoscere ciò che potevo loro offrire come ostetrica "alternativa". Quel giorno parliamo di tutto, dell'assistenza ostetrica in gravidanza, dell'accompagnamento alla nascita, dell'assistenza one to one e soprattutto del parto in casa. F. è entusiasta di tutto, ha già le idee molto chiare su cosa voler offrire al suo futuro bambino, V. è incuriosito, un po' titubante ma molto interessato. Dopo questa lunga chiacchierata rimaniamo d'accordo che ci risentiremo una volta iniziata la gravidanza. 

E così qualche mese dopo, F. mi telefona tutta contenta dicendomi "Sono incinta! Possiamo iniziare il nostro percorso insieme!". Cominciamo a vederci ogni mese: la gravidanza procede bene, F. è tranquilla e piano piano V. si apre, parliamo delle sue paure e dei suoi dubbi. Percepisco la fiducia che aumenta e si consolida in lui e nella coppia. Il corso di coppia che frequentano verso la fine della gravidanza li aiuta a prepararsi e ad essere ancora più uniti. 

I preparativi per il parto in casa sono quasi conclusi: la borsa è fatta, i vestitini del bimbo sono impacchettati, le lenzuola e gli asciugamani candidi sono pronti. Presento alla coppia la mia collega R. per il parto e subito entrano in sintonia come se si conoscessero da sempre. Un'ottima sinergia! 

Ci avviciniamo al termine: F. mi dice di avere un bel legame con il bimbo e di sentirlo pronto, ha indurimenti di pancia frequenti e la vedo particolarmente "acquosa", segno che gli ormoni estrogeni stanno facendo il loro lavoro. 

Martedì 21 marzo alle 7.30 squilla il cellulare, è V.: "F. ha contrazioni ogni 7 minuti non tanto dolorose". Propongo di aspettare che siano un po' più ravvicinate e dolorose ma prontamente le contrazioni si diradano fino quasi a cessare. Falsa partenza. Aspettiamo...

Alle 23.30 del 21 marzo le contrazioni tornano, sono un po' diverse da prima, sono ancora irregolari ma F. sente che presto si regolarizzeranno. Infatti, all'1.30 V. mi chiama dicendomi che le contrazioni sono ogni 4 minuti da almeno un'oretta. Decido di partire. Arrivata a casa loro nella quiete della notte, vengo subito accolta dai 5 bellissimi gatti che completano la famiglia. C'è tranquillità nell'aria, silenzio, luci soffuse e concentrazione. Il travaglio è iniziato, le contrazioni sono quelle giuste, sono regolari ogni 5 minuti e prendono la schiena. 

Alle 4.30 si rompe il sacco, il bimbo sta bene, si muove, preme e ruota. Ci vuole tempo e pazienza, tutto sta procedendo nel migliore dei modi, con la giusta lentezza...Alle 5 chiamo R., non è vicinissima a noi, potrebbe metterci un po' e intanto il travaglio procede. 

Entriamo tutti in una bolla temporale, il tempo si dilata, i vocalizzi di F. ad ogni contrazione aiutano a rilassarla, cantiamo tutti insieme a lei, vegliati dai gatti che con le loro fusa rendono l'ambiente ancora più accogliente. 

Prepariamo la vasca da bagno, l'acqua aiuta a distendere il collo dell'utero e ad alleviare il dolore alla schiena. In un clima tropicale, immersa nell'acqua, F. canta e tra una contrazione e l'altra si riposa, chiudiamo tutti gli occhi e sonnecchiamo. V. è una presenza forte e salda per F., non la lascia mai sola e l'aiuta massaggiandole la schiena. 

Alle 15.30 F. comincia a sentire la voglia di spingere ma contemporaneamente le contrazioni si allontanano...aspettiamo. Cambia posizione, si riposa, esce dall'acqua, asseconda il corpo, usiamo la digitopressione... Le contrazioni sono distanziate tra loro, la dilatazione è sui 9cm e il bimbo preme per scendere. Aspettiamo ancora...

Alle 20.00 spieghiamo la situazione alla coppia e decidiamo insieme per un accompagnamento in ospedale. F. e V. sono tranquilli, sono informati e consapevoli, il piano del parto aiuterà le colleghe e i medici dell'ospedale a capire quali sono i desideri della coppia. Intanto che F. e V. sono all'accoglienza per il ricovero, chiamo il mio compagno Paolo per farmi portare un cambio e qualcosa da mangiare. Dopo circa mezzora io e V. ci diamo il cambio e da quel momento starò con F. fino alla nascita del bimbo mentre Paolo terrà compagnia a V.

Le contrazioni sono ancora distanziate e viene proposto a F. la somministrazione di antibiotico per il sacco rotto e di ossitocina sintetica. Proviamo a temporeggiare, cambiamo posizione per vedere se riparte il tutto spontaneamente. 

Alla fine, F. accetta una goccia di ossitocina al minuto che le permette di fare quel centimetro che mancava per arrivare alla dilatazione completa e avere contrazioni più ravvicinate. Comincia  a sentire la voglia di spingere e l'asseconda sullo sgabello da parto. 

All'1.30 del 23 marzo con una forza da leonessa F. mette al mondo T, un bellissimo bimbo mini-lotus di 2670 gr. Dopo 8 ore sono stati dimessi per poter tornare a casa in tutta tranquillità ed essere seguiti da me per l'allattamento e il puerperio.



In un angolo

"La parturiente ne pourrait être accompagnée que d’un seul professionnel qui tricoterait silencieusement dans un coin de la pièce." Michel Odent

Michel Odent mi disse proprio queste parole quando ci trovammo insieme a una cena organizzata in suo onore dall'associazione Onda Tonda nel febbraio del 2016. Per chi non sapesse il francese traduco così: la donna in travaglio non potrà essere accompagnata che da un solo professionista che farà la maglia silenziosamente in un angolo della stanza.

Ed è proprio quello che è successo al parto di S.

Incontro S. alla fine dell'estate del 2016, è incinta da qualche settimana e sia lei sia suo marito R. desiderano partorire a casa. Parliamo tanto quel pomeriggio e più li ascolto e più capisco che tra loro c'è un legame fortissimo e una grande fiducia l'uno nell'altro. 

S. mi racconta della nascita del loro primo bimbo, mi racconta di come è stata potente e della sua capacità di entrare in trance al ritmo delle contrazioni. Sono entrambi molto sereni, capisco che potrebbero tranquillamente partorire da soli senza nessun problema. 

Accetto di assisterli al parto e seguirli durante la gravidanza. Ciclicamente ci incontriamo, per parlare della gravidanza, delle sensazioni, delle paure e dell'aspetto logistico-pratico del parto in casa e incredibilmente siamo già a febbraio. 

S. è completamente nel corpo, in connessione con il suo bambino e con il suo utero, recettivo ad ogni cambiamento e stimolazione, già in moto da qualche settimana. Le contrazioni preparatorie si fanno sempre più frequenti e intense nell'ultima settimana prima del termine. 

Ci incontriamo molto più spesso ora che si avvicinala fine della gravidanza per ultimare i preparativi per il parto. S. è convinta che partorirà una settimana prima del termine, lo sente, sente il bimbo premere e le contrazioni di Braxton Hicks sempre più frequenti. "Alle prime contrazioni ti chiamo, sento che sarà un parto veloce" mi dice un giorno. 

E' domenica 26 febbraio e io sono un po' irrequieta. Sento che c'è qualcosa che si sta muovendo nell'universo...Mi addormento e sogno di essere in macchina, nel cielo c'è una grande luna bianca che illumina la strada e un fascio di luce più intenso sopra la casa di S. 

Mi sveglio di colpo, è il cellulare che suona. Ci siamo! Sono le 4.30 del 27 febbraio, le contrazioni sono ogni 10 minuti e le dico di richiamarmi appena si faranno un po' più frequenti. 

Alle 5.45 mi chiama R. e mi dice che le contrazioni sono una ogni 3 minuti. Parto. La luna mi accompagna durante il tragitto...

Arrivo a casa di S. e vengo accolta da un'incredibile calma e da una temperatura tropicale grazie alla stufa a legna e all'acqua della piscina che si sta piano piano riempiendo. 

S. è entrata in trance come da lei previsto. E' calma, occhi chiusi, completamente nel corpo. Osservo, annoto, ascolto. Poi mi metto in disparte in un angolo e aspetto, senza fretta, senza parlare..."Avrei dovuto portare l'uncinetto" penso tra me e me, proprio come diceva Michel Odent. 

Ma forse non avrei avuto il tempo neanche di montare la maglia perché alle 6.45 S. mi dice che ha voglia di entrare in acqua. Comincio a preparare tutto quello che serve: asciugamani, teli, guanti...

"R. se vuoi puoi assistere tu, puoi entrare in acqua, io sto vicino" dico al marito. E così, alle 7.05 accolto dalle mani del suo papà, dall'acqua all'acqua nasce M., un bimbo Lotus Birth, 3950 gr d'amore. 

Questa nascita mi ha insegnato tanto e mi ha ricordato che quando mamma papà e bambino sono in connessione, quando c'è consapevolezza e quando si supera la paura il parto viene da sé, l'ostetrica ha solo il compito di osservare, vigilare e non interferire. 

Una nascita estatica

Le donne mi stupiscono sempre, soprattutto durante la gravidanza, il parto e l'allattamento. Quanta forza, determinazione, coraggio hanno le madri? Tanto, così tanto da generare una vita e nutrirla, anche se sembra impossibile per alcune, apparentemente fragili e delicate ma che in realtà dentro leonesse combattive. 

Ecco, E. è una di queste donne.

La conosco all'inizio della sua gravidanza e, nonostante l'apparenza fragile, capisco subito che dentro ha una forza e una determinazione senza eguali. La seguo per tutti i nove mesi, ci conosciamo sempre meglio e si instaura un bellissimo rapporto di fiducia reciproca, indispensabile per una nascita a domicilio, come è suo desiderio e del suo compagno A.

Aspetta la sua seconda bimba che nascerà secondo i calcoli a fine ottobre. 

Il 18 ottobre e qualcosa si muove...E. ha contrazioni ogni 10 minuti non tanto dolorose. Le consiglio di cercare di dormire un po' e aspettare di vedere se si evolve qualcosa nel corso della notte. 

Verso le 7.30 del mattino la situazione è ancora invariata anche se le contrazioni sono diventate un po' più forti ma distanziate tra loro. 

Tuttavia, sento qualcosa nell'aria...annullo tutti gli appuntamenti del mattino e comincio a prepararmi nell'attesa di una successiva chiamata. 

Questa chiamata arriva alle 8.10, le contrazioni sono ravvicinate e dolorose. Avviso la collega, anche se ho il sospetto che non arriverà in tempo... Decido di partire per andare a casa di E.e A. e valutare la situazione. 

Mentre sono in viaggio mi chiama il compagno e dalle sue parole capisco che la maggior parte del travaglio è andato. Infatti, appena arrivo a casa di E. capisco che la bimba nascerà a breve. 

Dopo neanche un'ora di spinte, in un'atmosfera estatica e magica nasce alle 9.30 D. nel caldo avvolgente del letto della sua mamma e del suo papà. La bimba di 3150 gr non si separerà dalla sua placenta per altre 48 ore.

Una nascita potente e incredibile, magica e rispettosa...


La scelta di R.

Ho sempre pensato che siano i bambini a scegliere come venire al mondo. Sono loro che sanno quando è arrivata l'ora di entrare nell'utero della mamma e quando è arrivata anche l'ora di lasciarlo, con i loro tempi e i loro modi. 

Questa è il racconto della nascita di un bambino che non ha lasciato nulla al caso...

A. mi contatta all'inizio della sua seconda gravidanza. Al primo incontro parliamo di tante cose, cominciamo a conoscerci e mi parla del suo sogno di partorire a casa. Per diversi motivi, tra cui anche l'eccessiva distanza dall'ospedale di Piacenza, lei e il marito decidono per un accompagnamento all'ospedale di F., con l'intenzione, però, di passare la maggior parte del travaglio a casa e partire solo quando ben avviato. 

I mesi passano, le mie visite ad A. diventano più frequenti nell'ultimo periodo di gravidanza per conoscerci ancora meglio e instaurare un rapporto di fiducia anche con il marito. Compiliamo insieme il piano del parto da presentare all'ospedale anche se molte delle loro richieste, per quanto riguarda il neonato, vengono negate senza apparente motivo.

L'obiettivo rimane, quindi, stare a casa il più possibile e sperare di incontrare ostetriche e medici indulgenti.

Il giorno del termine è previsto per il 3 ottobre.

Domenica 2 ottobre alle 7.30 suona il cellulare: "Ciao Giulia, io ho contrazioni irregolari e non tanto dolorose...aspettiamo?" Le consiglio di risentirci tra 2 ore o quando le contrazioni sono un po' più regolari e dolorose.

Alle 9 A. mi comunica che le contrazioni sono diventate un po' più dolorose ma non tanto regolari. Alle 9.50 decido di partire, si sono regolarizzate e so che per arrivare a casa loro ho una buona mezz'ora di macchina.

Alle 10.05 mentre sono in viaggio mi chiama il marito di A. dicendomi che si è rotto il sacco e le contrazioni sono molto intense. Capisco che il bimbo ha molta fretta di nascere e cerco di fare il più in velocemente possibile.

Arrivata a casa loro alle 10.30 vengo accolta dal marito: "A. sente la voglia di spingere!". Tra me e me penso che sì, avevo intuito che sarebbe finita così...

A. si tranquillizza subito nel vedermi, cerchiamo una posizione comoda e cerco di organizzarmi per un parto in casa imprevisto mandando il papà alla ricerca di asciugamani e lenzuola.

Ma il bimbo vuole nascere, ha giusto aspettato che la sua ostetrica arrivasse perchè alle 10.40 esattamente 10 minuti dopo il mio arrivo nasce su questa terra R., un bambino che ha deciso dove nascere, che ha ascoltato i desideri profondi della sua mamma, dalla quale non si è mai separato, nemmeno un attimo, come non si è mai separato dal suo papà, col quale ha potuto fare un prolungato pelle a pelle e dalla sua Placenta che è rimasta con lui fino al giorno dopo. 

Una nascita magica e piena di gioia...




Un VBAC atteso


Questo non è il solito racconto, è un racconto ricavato da momenti diretti e indiretti di questa nascita, un meraviglioso VBAC (Vaginal Birth After Cesarean) avvenuto all'ospedale di Piacenza. 

Questo è un racconto di 4 giorni.

Premessa

Incontro G. a metà della sua seconda gravidanza. E' una donna forte, determinata nella scelta di partorire spontaneamente dopo il precedente cesareo. Parliamo tanto durante quell'incontro...di percorsi, assistenze, ospedali, pareri, gravidanza, corsi...
Decidiamo, quindi, di fare un percorso insieme sia per il corso di coppia sia per l'accompagnamento in ospedale a Piacenza. 

I mesi passano, il corso inizia, sono solo due coppie ma due coppie esplosive che si daranno supporto e sostegno a vicenda dal primo incontro fino alla nascita di entrambi i bimbi. Noto un grandissimo cambiamento in M. il marito di G. nell'arco degli 8 incontri del corso: molta più consapevolezza, fiducia e presenza che si dimostreranno indispensabili durante il travaglio e il parto di G.

La data del termine è il 28 agosto quindi giovedì 18 andiamo tutti insieme a festeggiare la 38° settimana con un pranzo, chiacchieriamo, scherziamo e pensiamo a quanto possa mancare al giorno del parto. 

Qui inizia il racconto...

Giorno 1, giovedì 18 agosto
G. ha contrazioni, non sono regolari ma ci sono. Erano già presenti nei giorni precedenti al nostro pranzo ma sono aumentate questa sera e continuano di notte. Sono tranquilli, sanno che ci vuole tempo...aspettano.

Giorno 2, venerdì 19 agosto
Alle 8.30: suona il telefono, è G. che mi avvisa che ha avuto contrazioni ogni 5 minuti circa tutta la notte ma sono ancora sopportabili. Decidiamo di rimanere in contatto e che mi avviseranno se qualcosa cambia. 
Decido di rimandare tutti i miei appuntamenti e di rimanere in attesa a casa.

Alle 15 mi scrive un messaggio "Forse è ora che vieni...sono più intense". Alle 15.30 sono da loro e come sempre percepisco quella sensazione di agitazione positiva, di aria frizzante e di attesa che mi accoglie ad ogni travaglio.
Le contrazioni non sono ancora regolari, aspettiamo insieme che qualcosa cambi. 

Alle 21.30 sembrano siano diventate più regolari e dolorose, è sui 3 cm e assecondo il suo desiderio di andare in ospedale. (Il viaggio per me rimarrà il più epico di tutti, con Disco Radio Party a tutto volume!)

Arrivati in ospedale come prevedibile le contrazioni si distanziano, tuttavia anche dopo qualche ora non riprendono. Io e M. ci alterniamo, non possiamo purtroppo rimanere entrambi con G. in sala parto. Aspettiamo...la musica è in tutta la stanza. Proviamo massaggi, stimolazioni, polarity...ma sembra che rallenti tutto.

Giorno 3, sabato 20 agosto
All'1 lascio il cambio a M. e non lo rivedrò fino alle 4 quando insieme mi vengono a trovare in sala d'aspetto. G. è demoralizzata, terrorismo psicologico e stanchezza non aiutano e pensiamo che se rimane invariata la situazione potremmo anche tornare a casa. Cerco di sostenerla e di pensare positivo, che avrà il suo VBAC.

Alle 7.30, stremata, decido di andare a casa per dormire qualche ora, dico a G. e a M. che se firmeranno per uscire li assisterò a casa ma ho bisogno di riposare. 
Ci risentiamo alle 14.30 e mi comunicano che sono usciti dall'ospedale alle 9.30, le contrazioni ci sono ma molto lontane.
Aspettiamo...intanto diluvia.

Giorno 4, domenica 21 agosto
Alle 2.30 suona il cellulare, è M. il che è già un buon segno: "Le contrazioni sono forti e ogni 5 minuti, cosa facciamo?" Suggerisco di aspettare ancora un'oretta e di vedere se la situazione cambia ma di chiamarmi se avessero avuto bisogno.

Ore 4.15, sempre M.: "Le contrazioni sono molto forti, non si sono fermate, vieni?"
Alle 5 sono da loro e questa volta appena entrata in casa capisco che è davvero in travaglio, non c'è musica, non ci sono parole, solo sguardi e canti. Bene! Sento che è la volta buona e lo sente anche G. 
Le contrazioni sono molto ravvicinate e dolorose, cantiamo insieme. 

Alle 6.30 mi chiede di visitarla e con sorpresa di tutti siamo a 7cm! Partiamo.
Arriviamo in ospedale e nonostante le mie insistenze e le mie giustificazioni non mi permettono di entrate con loro. Sono comunque felice, questa volta andrà bene. 
Da questo momento rientrerò in sala parto una sola volta per cantare con lei e poi rimarrà sempre M. che mi aggiornerà costantemente via whatsapp della situazione.

Il tempo passa, so che mancano ancora un po' di ore alla nascita e che possiamo solo aspettare io e le nonne che sono arrivate in sala d'aspetto. 

Dalle 10.30 i messaggi che mi arrivano sono tutti positivi, G. sta spingendo e tra poco nascerà il bimbo...
Ed ecco in lontananza la ginecologa di turno che ci avvisa che finalmente P. è nato alle 13.23 del 21 agosto con un attesissimo VBAC! La gioia negli occhi delle nonne è immensa, la felicità di chiamare tutti mi commuove.

La gioia è anche mia...così orgogliosa di loro e così contenta che non abbiano mai mollato, che ci abbiano sempre creduto e che finalmente il loro sogno si sia avverato...

(E questa per me rimarrà per sempre la canzone del suo "primo" travaglio)





Una nascita potente 


L'incontro con S. è stato un caso. Ero nello studio della mia collega M.G.B, mi aveva chiesto di partecipare ad alcune sue consulenze per poi poter andare a mangiare qualcosa insieme. Mi spiega quali donne avremmo visto quella mattina e mi parla di S., una mamma alla sua seconda gravidanza.

Appena entra in studio capisco che S. è una donna forte, dal punto di vista elementale assolutamente Terra, molto decisa e sicura. Durante la seduta, esprime la volontà di partorire a domicilio e quindi decidiamo di vederci di nuovo io e lei per parlare di questa possibilità.

Ci incontriamo la settimana successiva a casa sua e parliamo di come funziona il parto in casa, dei loro desideri e della parte più burocratica del percorso. Vedo una coppia molto unita e decisa in questa scelta, sereni entrambi e fiduciosi nella capacità del corpo di partorire e dei bambini di saper nascere.

Le settimane passano, ci conosciamo sempre meglio, mi racconta che la sua prima bambina è nata molto in fretta e che si aspetta una cosa simile anche per questa sua seconda bimba. Il termine è il 29 luglio.

E' martedì mattina del 2 agosto, non ho consulenze e ne approfitto per dormire un po'. Alle 8.30 del mattino suona il cellulare, è S. che mi riferisce di aver perso il tappo. Le dico che non possiamo sapere quando partirà il travaglio e di richiamarmi appena la situazione cambia.

Mi alzo, sentivo che non sarei potuta stare a letto ancora, avevo la sensazione che di lì a poco sarebbe nata A. E infatti alle 8.58 mi arriva un messaggio: "Contrazioni ogni 7 minuti". Decido di prepararmi, memore del suo primo parto molto veloce.

Alle 9.02 un altro messaggio "Contrazioni ogni 5 minuti", rispondo che parto subito e in massimo 20 minuti sarò da loro. Alle 9.11 altro messaggio: "Contrazioni ogni 3 minuti, veloce". Il percorso da casa mia a casa loro non è molto lungo ma lo faccio lo stesso a manetta...

Arrivo alle 9.30, S. è a carponi, visibilmente in travaglio e a dilatazione completa. Bene, sono arrivata in tempo! Dopo aver preparato alcune cose e aver sentito il cuoricino di A. ci prepariamo, io e il marito, ad accogliere la bimba.

Alle 10.32 nasce A., una bimba magnifica di 3920 gr. Un parto lampo, pieno di forza e amore.





L'anno delle donne

Questo è l'anno delle donne: la vita mi porta donne in attesa di altre donne. E' curioso: mai un maschio nel 2016, solo femmine dai nomi bellissimi. E anche le nascite che ho assistito settimana scorsa sono di due bellissime bimbe.


La nascita di G. L.
Conosco T. all'inizio della sua seconda gravidanza, anche lei ha bisogno di informazioni sul parto in casa. Le propongo di parlare con A, la prima ragazza che ho assistito a casa per poter avere un'esperienza diretta e sentire da lei come funziona la gestione di un parto a domicilio. T. è molto contenta e entusiasta e le propongo di partecipare con suo marito F. a un mio corso di accompagnamento alla nascita dove sarà presente anche un'altra ragazza che partorirà a casa (vedi racconto "14 ore").

I mesi passano tra incontri, corsi, visite, la consapevolezza e la sicurezza di T. e di suo marito aumentano sempre di più e ho da subito la sensazione che sarà un parto stupendo.

Il termine si avvicina e dopo 2 false partenze, il viaggio inizia. Ricevo una telefonata alle 00.45 e T. mi dice che le sembra che si sia rotto il sacco e che ha contrazioni ogni 5 minuti. Arrivo a casa loro all'1.00 e come spesso succede, le contrazioni si distanziano un po'.

Alle 2.30 propongo loro di andare a dormire per recuperare un po' le energie e dormiamo tutti fino alle 5.30 del mattino quando le contrazioni ricominciano ad essere ogni 5 minuti. La piscina è già pronta, le candele sono accese, l'atmosfera è magica.

 T. entra e F. la massaggia ad ogni contrazione mentre insieme cantiamo. Arriva anche V. la migliore amica di T. che rimarrà presente fino alla fine. Alle 9.30 qualcosa cambia, le contrazioni diventano sempre più intense e sempre più ravvicinate e alle 10.00 T. sente che la sua bimba vuole nascere.

Alle 11.05 nasce G. L. avvolta dall'acqua, una bimba Lotus di 3400 gr con tanti capelli neri, accolta dalle braccia della sua mamma e del suo papà, tra lacrime di commozione mie e di V...


Una nascita rispettata e magnifica!





La nascita di B.
Conosco D. a metà della sua gravidanza, aspetta la sua prima bimba e mi contatta per avere informazioni sul parto in casa. Mi piace subito: è solare, sicura, nel corpo...Parliamo della sua gravidanza, di come si immagina il parto e di tante altre cose. L'idea di andare in ospedale per partorire non fa per lei. 

Decidiamo quindi di vederci una volta al mese per parlare e conoscerci meglio. Le settimane passano e la pancia cresce, non sono ancora sicuri del nome da dare alla bimba. Arriviamo alla cena della 37 settimana. Una cena divertentissima: mangiamo, ridiamo, scherziamo e aspettiamo senza fretta che inizi qualcosa...il termine è il 10 luglio.

Ed ecco che il 12 luglio alle 7 del mattino D. mi chiama per dirmi che ha avuto contrazioni tutta notte ma che ora si sono intensificate, ogni 5 minuti. Decido di partire e appena entro in casa, accolta da I. un dogo argentino femmina dolcissima, sento quella famigliare sensazione di calma emozionante, di quelle che senti quando sai che di lì a poco qualcosa di magnifico potrebbe succedere. 

Prepariamo la piscina, cantiamo, la massaggio con oli essenziali...Alle 13.30 arriva S, la mia collega e insieme ci prendiamo cura di D. e del suo compagno. A un certo punto, dopo qualche ora di travaglio, qualcosa cambia, esce dall'acqua sentendo la sua bimba che vuole venire al mondo e in meno di un'ora nasce B. una bimba di 3370 gr piena di morbidissimi capelli neri. 

B. rimarrà attaccata alla sua Placenta per 3 giorni con un Lotus Birth integrale. Una magia!





14 ore: due nascite rispettate

Questo è non è il racconto di una sola nascita ma di due nascite, intrecciate tra loro per tempi e modalità, due bellissime bimbe che hanno deciso di venire al mondo una dopo l'altra nel giro di 14 ore. Ecco le loro storie...

E' settembre 2015, una giornata movimentata come le altre. Mi arriva un messaggio da parte di A. che mi comunica tutta felice di essere incinta e che desidera fare un percorso con me sia per la gravidanza sia per il parto. Sono contentissima per lei e per il nuovo percorso che intraprenderemo insieme. Dopo due ore ricevo un messaggio da I.: è incinta anche lei e sa già che vorrà un parto a domicilio!
Nell'arco dei 9 mesi di gravidanza seguo tutte e due le gravidanze scoprendo tanto di entrambe, conoscendoci sempre di più.

A. desidera avere con tutto il cuore il suo VBAC (Vaginal Birth After Cesarean), vivere la gravidanza e il parto il più serenamente possibile: ci vediamo tutti i mesi e oltre agli esami da prescrivere, parliamo della gravidanza, delle paure, dei possibili luoghi del parto, misuriamo la pancia e sentiamo il cuoricino della bimba. Tutto con molta serenità e tranquillità, proprio come lei desidera.

Intanto seguo anche I. durante la gravidanza, parliamo del parto in casa, di quello che serve, di chi scegliere come seconda ostetrica e dei corsi che potrebbe fare con il suo compagno. E' molto eccitata e contenta per tutto.

I mesi passano tra visite, misurazioni di pance, cuoricini che battono e tante chiacchiere che ci portano a conoscerci meglio e a fidarci l'una con l'altra. Piano piano le pance di entrambe crescono, le bimbe hanno già un carattere tutto loro e definito, una si nasconde quando tocco la pancia della sua mamma, l'altra è tutta agitata e fa vedere il piedino.
Le date presunte sono vicine tra di loro e infatti, il 30 maggio iniziano le danze!

Alle 7.20 mi chiama A. dicendomi che ha contrazioni più regolari rispetto alla notte e che con calma posso partire e raggiungerla. Appena entro in casa vengo avvolta da una grande pace e tranquillità. Vengo accolta dalla madre, il marito e la prima bambina, calma ma attenta a quello che succede intorno a lei.

A. è serena, le contrazioni ci sono ma non da travaglio, così le propongo di riposarsi da sola per una mezz'oretta. Dopo un po' provo ad affacciarmi alla camera da letto e la situazione è cambiata: ora sono una ogni 2 minuti, molto forti e decidiamo di partire per l'ospedale di Lodi verso le 9.

Durante il viaggio in macchina scrivo a I. che sto andando a Lodi con A. in travaglio e mi scrive che anche lei ha contrazioni ogni 10 minuti ma che si attenuano se sta coricata. Le chiedo di avere pazienza, coricarsi un po' e parlare con la sua bimba dicendole di aspettarmi per nascere. Intanto arriviamo all'ospedale di Lodi, A. è a dilatazione completa!

Ci spostiamo con il marito nella sala parto e ad ogni contrazione vocalizziamo. Ecco che il sacco si rompe! La bimba vuole nascere...
Dopo neanche un'oretta di spinte alle 12.36 nasce I. una bellissima bimba di 3800 gr. Ho pianto di gioia! A. è riuscita ad avere il suo VBAC! Che emozione grande...

Intanto che la bimba conosce la sua mamma e il suo papà, chiamo I. per sentire come va la situazione. Invariata, contrazioni ogni 10 minuti. Decido di rimanere ancora un'oretta e poi, salutata A., parto per Piacenza.

Chiamo I. e mi dice che le contrazioni si sono fermate quindi vado a casa a riposarmi un po'. Verso le 20.30 I. mi chiama dicendomi che le si sono rotte le acque e decido di andare a casa sua. Non è ancora in travaglio ma rimango lì con lei a cantare ad ogni contrazione. Riempiamo la piscina, usiamo la palla e aspettiamo...

Alle 23 entra in acqua e comincia il vero travaglio con contrazioni ogni 3/4 minuti, così chiamo A., la seconda ostetrica. Le contrazioni sono sempre più forti e ravvicinate, cantiamo e respiriamo tutti insieme.
Alle 00.30 arriva A. proprio mentre sta iniziando il periodo espulsivo e in meno di un'ora alle 1.22 nasce M. una favolosa bimba di 4500 gr! Dopo pochi minuti nasce anche la sua placenta che rimarrà accanto a lei per altri 3 giorni.

Due parti stupendi, 14 ore di emozione. Le due bimbe si sono aspettate, mi hanno aspettato e hanno esaudito i desideri delle loro mamme. Mi hanno ricordato di avere sempre fiducia, in loro e nelle donne.

Il corpo sa e i bambini sanno.




Racconto tratto da "La gioia del parto" di Ina May Gaskin 


Credo che tutte le donne in gravidanza abbiano bisogno di leggere e ascoltare belle storie di parti e nascite, da qui la mia idea di proporne il più possibile su questo blog. Buona lettura! :)

"Intorno alle cinque del mattino cominciai a sentire degli strani crampi. Per non dare un falso allarme non dissi nulla. Dovevo partecipare a una lezione di General Education Development (GED) ma quella sera non me la sentivo proprio di andare. Donna, la mia amica e consigliera, si incaricò di non farmi bigiare e mi portò in classe. Mary, l'insegnate, mi disse che forse avevo le false contrazioni (contrazioni di Braxton-Hicks) ma io andai a casa presto perché non riuscivo a concentrarmi.

I crampi erano sempre più forti e mi sentito eccitata e accaldata. Eppure continuavo a non chiamare questi crampi con il nome di "contrazioni" poiché forse non lo erano. Li cronometrai ed erano ogni quattro minuti circa. Donna mi chiese se avevo bisogno di un'ostetrica ma io decisi di tenere duro finché non fossi stata sicura di non essermi allarmata per nulla. Alla fine, proprio nel messo di una replica di Star Trek, mentre il mio corpo assumeva posizioni contorte sulla sedia sulla quale cercavo di stare seduto, mi resi conto che sarebbe stato meglio vedere un'ostetrica.

Donna e io ci recammo da Pamela, la quale mi visitò e mi disse che ero dilatata di 3 cm e che probabilmente avrei partorito quella stessa notte. Sorprese e felici andammo a casa per preparare ogni cosa. Finalmente era giunto il momento. Pamela arrivò presto, seguita da Ina May e da Deborah. Non riuscivo quasi più a chiacchierare; cercavo solo di concentrarmi su ciò che riguardava il mio corpo. Le cose accadevano rapidamente e non cercavo di respingere le contrazioni. Le lasciavo venire come volevano loro, sapendo che ciò avrebbe accelerato il momento del parto. Tutto mi sembrava molto naturale. Io "lo lasciavo accadere". Mi feci anche un bagno rilassante che mi fu di grande aiuto.

Ina May e mia madre mi aiutarono nella vasca da bagno e Ina May mi mostrò come respirare lentamente e profondamente. Io provai e, proprio in quel momento, una delle contrazioni mi sopraffece. Dovetti alzarmi. Qualcosa di sanguinolento e grigiastro cadde nella vasca. Io dissi "Oh Dio" e uscii dalla vasca facendo ciò che dovevo, sia che fosse starmene rannicchiata, piegata o camminare dicendo "Oh Dio" o danzare come una matta. Le contrazioni si facevano sempre più intense e avevo a malapena il tempo di riprendermi tra l'una e l'altra. Ricordo che guardavo tutte quelle donne intorno a me, che avevano già fatto questo diverse volte e pensavo che erano pazze! 

Andai sul letto e cominciai a dimenarmi, mia madre mi disse qualcosa sul fatto di lasciar fare alla forza di gravità; sentivo che funzionava veramente. Vedevo il bambino che si spostava verso la parte bassa della mia pancia e cercai di respirare a fondo lasciando che la nascita avvenisse come meglio poteva. Il momento arrivò quando sentii la necessità di spingere. Istintivamente massaggiai "i cancelli della vita" per farli aprire meglio e sentii la testa del bambino in avanti, pronta per uscire. Le contrazioni erano così forti che non vedevo l'ora che passassero. Così raccolsi tutte le mie forze e con una spinta forte, uscì anche il resto del corpo. 

Che sollievo! Sebbene non fossi in grado di dire altro se non un "Oh Dio" e "Il mio bambino" ebbi la forza di dire "prendete la telecamera!". Quando guardai Harley il mio cuore fu inondato di gioia. Ero tutta presa dalla sua presenza pura, dalla sua innocenza, dai suoi versetti adorabili, dalle sue espressioni e dal suo viso dolce, meraviglioso e addormentato. Anche se metterlo al mondo è stato doloroso, non lo dirò; chiamerò questo momento intensamente naturale."




La potenza della vita


Conosco S. a 27 settimane di gravidanza della sua seconda bambina tramite la mia collega e amica M.G. Appena la incontro, mi colpisce subito la sua gentilezza e dolcezza, è incuriosita dal parto a domicilio anche se non ci aveva pensato fin da subito, è stata un'idea maturata nell'ultimo periodo della gravidanza.

Il suo primo parto in ospedale era stato veloce e molto naturale ma per la loro seconda bambina S. e il suo compagno desiderano qualcosa di diverso. S. ha fiducia nel suo corpo, nella capacità della donna di partorire e dei bambini di saper nascere. 

Durante la gravidanza la coppia segue un percorso con C., una operatrice shiatsu (una "doula" col cuore), di consapevolezza e ascolto del corpo, usando come strumento soprattutto la respirazione energetica che risulterà per S.fondamentale al momento del parto. Le settimane passano tra preparativi, organizzazione della casa e ultimi accorgimenti per la nascita di L., una bimba molto tranquilla, che si fa attendere. Proviamo massaggi, stimolazioni, tisane alla salvia...Questa bimba ha bisogno di tempo e noi aspettiamo.

L'attesa viene ricompensata: alle 7.30 del 2 febbraio ricevo una chiamata da S. che tutta contenta mi dice che si sono rotte le acque. Esulto anch'io di gioia e parto subito, memore del primo parto molto veloce. Arrivo alle 8.00, sento S. cantare e, tra me e me, penso che il travaglio sia già a buon punto. 

Piano piano entro nella stanza inondata da una luce soffusa e cantiamo per qualche minuto insieme; le chiedo di poterla visitare per avere conferma delle mie sensazioni e infatti la dilatazione è completa. Chiamo le colleghe M,G e S. per avvisarle che il travaglio di S. è partito con una certa velocità e che era arrivato il momento per loro di partire (anche se so che probabilmente non arriveranno per tempo). Intanto arriva C. e tutte e tre insieme vocalizziamo e ondeggiamo. 

L. ha voglia di venire al mondo: alle 9.36 nasce a 41 settimane e 5 giorni nella posizione in piedi una bimba bellissima con Lotus Birth integrale.

Una potenza incredibile, una sinergia unica tra mamma e bambina. Questa nascita ha rafforzato in me l'idea che i bimbi sanno quando nascere, non c'è urgenza di farli venire al mondo prima del tempo se tutto va bene. 

Loro sanno e noi dobbiamo solo attendere e avere fiducia.






Una ri-nascita

Conosco A. a 14 settimane, incinta del suo secondo bimbo. Mi sembra un viso noto, già visto da qualche parte e anche lei ha la stessa impressione ma facciamo finta di niente. Durante la consulenza parliamo di tante cose e dei corsi che tengo, mi sembra molto interessata a tutto. 

Dopo un mese mi ricontatta per partecipare insieme al compagno al corso di accompagnamento alla nascita e per avere un accompagnamento al parto in ospedale. Il corso è individuale, concentrato su di loro e ad ogni incontro mi sembrano sempre più perplessi sul parto in ospedale. Verso la fine dei nostri incontri settimanali, A. mi dice che in realtà non vuole partorire in ospedale ma a casa, decisione presa a 31 settimane. 

Mi sono affezionata molto ad A. e ci tengo che viva il suo parto come desidera, così comincio a contattare tutte le ostetriche del nord d'Italia per sapere se ce ne fosse qualcuna libera per il mese di maggio/giugno. Trovo un'ostetrica favolosa di Milano che, al nostro primo incontro, mi dice: "Tu farai da prima ostetrica, io sto dietro e ti guardo." Non avevo mai assistito a un parto a casa, solo in ospedale. Ma non avevo paura, ero fiduciosa e tranquilla, soprattutto sapendo che non sarei stata sola. 

Intanto le settimane passano, riusciamo a raccapezzarci nella burocrazia italiana per il parto a domicilio e per il rimborso e alla fine arriviamo a termine di gravidanza. Aspettiamo...
E. si fa desiderare. A 41 settimane decidiamo di fare un tracciato in ospedale e mentre parliamo le dico "Ma sai che non metto piede in questo ospedale da almeno 2 anni?". A. comincia a raccontarmi del suo precedente parto, di ricordarsi di un'allieva simile a me che era presente al momento del suo parto. A un certo punto ecco che mi viene l'illuminazione: quella allieva ero io! Preferisco non dirle che avevo assistito anche al suo primo parto, glielo dirò una volta nato E. 

Dopo aver fatto i controlli in ospedale decidiamo di pranzare insieme e per smuovere un po' le cose le propongo un trattamento di polarity therapy. Dopo di che mi congedo e torno a casa. Alle 22.30 mi scrive che comincia a sentire le prime contrazioni, non regolari ma ci sono. Le dico di chiamarmi nel caso diventino più forti. Alle 3.00 mi chiama dicendo che sono cambiate e decido di partire. 

Arrivata a casa sua, capisco che ci siamo, siamo in travaglio e anche la visita me lo conferma così decido di chiamare l'ostetrica A. La notte passa, le contrazioni si intensificano, prepariamo la piscina da parto e allestiamo il tutto per la nascita. Alle 6.30 A. entra in acqua e cominciamo tutte e tre a vocalizzare. Si respira un'aria carica di emozioni, aspettative, energia nuova e potente, la cognizione del tempo è un po' alterata anche per noi ostetriche.

Ed ecco che alle 8.30 inizia la vera danza, la potenza del periodo espulsivo. Cantiamo durante tutto il tempo, a carponi, nell'acqua tiepida. E. si affaccia al mondo, ancora nel suo sacco amniotico. Nasce un bellissimo bimbo con tantissimi capelli alle 9.55 del 4 giugno 2015 in acqua con Lotus Birth integrale. 

Un'energia incredibile inonda la stanza: felicità, conquista, stupore per tutti. A. come una dea, forte e sicura.  

Ho pianto. Ho pianto tantissimo: di gioia, di felicità, grata per essere stata presente ad entrambe le nascite dei suoi bimbi, quasi che il destino avesse voluto questa continuità, questo percorso per entrambe. 

Emozioni intense e una nascita assolutamente naturale e rispettata. 

La mia prima nascita.



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