Le Madri hanno voce

L'obiettivo di questa pagina è raccogliere le testimonianze di donne che, purtroppo, hanno subito violenza ostetrica in ospedale, dare loro voce, informare e fornire strumenti pratici per difendersi da questo tipo di violenza. 

Le testimonianze saranno in forma anonima o con nome e cognome, secondo la volontà della donna. Alcune testimonianze saranno scritte da me, riportando ciò che mi è stato detto dalle donne. Ognuna di loro è stata informata sulla possibilità di denunciare pubblicamente gli avvenimenti e i casi di abusi/violenze subite.
Io stessa sono stata spettatrice di violenza ostetrica sulle donne quando ero allieva, oltre che testimone di forte nonnismo e violenza verbale nei miei confronti.  

E' importante sottolineare che lo scopo di questa sezione del Blog non è fare del terrorismo psicologico e demonizzare tutti gli ospedali ma informare che questa realtà spesso esiste e cercare di rompere gli schemi del "si è sempre fatto così" e del "in questo ospedale queste cose non succedono". 
Invito ogni lettore a visitare il sito dell'OSSERVATORIO VIOLENZA OSTETRICA. #bastatacere



La prima testimonianza è quella di S. [E' la prima in ordine di apparizione solo perchè ha smosso in me tante cose e mi ha spinta a creare questo spazio, purtroppo avevo già sentito e visto storie di violenza ostetrica.] Mi racconta il suo parto davanti a un caffè, a casa sua. "E' un po' più facile parlarne ora, sono passati alcuni mesi, all'inizio era una ferita troppo grande e nessuno mi capiva". Mi racconta che inizia ad avere le contrazioni a casa, si muove liberamente, il dolore è assolutamente sopportabile. Sotto la doccia si sente bene e a suo agio. Una volta arrivata in ospedale le dicono che è già sui 5 cm ma la ricoverano in reparto. "Travagliavo in stanza con altre due mamme e i loro parenti, non mi sentivo assolutamente libera. Sulla cartella c'è scritto 'sostegno emotivo' continuo, mi viene da ridere...". La dilatazione va un po' a rilento, i dolori sono molto forti. Piano piano arriva sugli 8 cm, chiede l'epidurale che le viene negata, le rompono il sacco. "A un certo punto entra un medico, conoscente di mio marito, io sono in mezzo a loro due. Questo medico comincia a parlare dei fatti suoi, a chiedere informazioni personali a mio marito visibilmente a disagio, mi intima di non urlare durante la contrazione quasi lo stessi disturbando". Alla successiva visita ostetrica le dicono che è sui 9 cm, in cartella segneranno 10 cm. Il bimbo sta bene, è ruotato in occipite posteriore (posizione che non compromette il parto naturale ma dilata semplicemente i tempi). La costringono a mettersi sul lettino ginecologico, "Giulia io chiedevo di morire, nessuno mi sosteneva, non mi ricordo nemmeno i volti delle ostetriche, di nessuno". Il medico decide per un'applicazione di ventosa con una parte presentata alta (assolutamente sconsigliata dalle buone pratiche di assistenza). Entrano tante persone in sala parto: "Ero su quel lettino, con una gamba legata, con un medico che tirava con una forza sovraumana con la ventosa il mio bambino, un altro medico che mi faceva la manovra di Kristeller e l'ostetrica che senza avvisarmi mi tagliava la vagina. Quando alla fine il mio bambino è nato, hanno tagliato subito il cordone, lo hanno portato via da me e l'ho potuto vedere solo dopo mezz'ora. Non sapevo se stava bene, se stava male, mi sentivo svuotata. Ma il momento più allucinante è stato al momento della sutura. Lo stesso medico che mi aveva fatto la ventosa, mentre mi sta ricucendo, mi dice con insolenza 'guardi [riferendosi alla vagina], potrebbe fare invidia a Coco Chanel! Lo sa che mia moglie mi fa cucire il pollo ripieno a Natale? Guardi che bel lavoro le ho fatto, come nuova'. Io ero scioccata, ti prego scrivilo nel tuo blog, scrivi quello che mi ha detto." A quel punto, io stessa non sono riuscita a trattenere le lacrime...Tanto dolore nei suoi occhi. "Dopo il parto sono svenuta 3 volte, nessuno che mi stava vicino, per loro era normale. Sul foglio delle dimissioni e sulla cartella non c'è nemmeno scritto che mi hanno fatto ripetute Kristeller e che l'applicazione della ventosa era alta. Il bambino non ha mai perso un battito, non c'era motivo di applicare la ventosa ma forse erano stufi di aspettare, io non ho mai sentito la voglia di spingere, non mi hanno permesso di arrivarci a quella fase. Sono riuscita però ad allattare, non so come, ma ci sono riuscita. Quando ero in stanza, parlando con un'altra mamma che aveva subito più o meno le stesse cose che avevo subito io, vengo a sapere che lei si era rifiutata di subire la Kristeller. Dato che si era lacerata un po' il medico di turno le ha detto ' dato che non è stata collaborativa durante il parto, la suturerà il collega del turno dopo'. Abbiamo pianto insieme, non potevamo crederci."

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"Il mio doveva essere un VBAC super desiderato anche se al termine della gravidanza in ospedale mi hanno imbottito la testa con il ''travaglio di prova'' come se sapessero già come sarebbe andato a finire.
17 ore di travaglio lasciata su una lettiga in sala medicazione nella stessa posizione, arrivavano, infilavano le dita senza neanche un “ciao” o una presentazione e andavano via. Chiedevo una sala travaglio adeguata dato che in tutte quelle ore se ne liberavano...Niente. Nessuno mi è MAI MAI venuto ad aiutare a muovermi, avevo solo mio marito vicino. Ho vomitato l'anima sul letto nonostante avessi già detto alle ostetriche che mi sentivo male. Dopo 17 ore ho ceduto e mi sono sentita dire dal medico che era ovvio che sarebbe finita così, che ero stremata e non sarei riuscita a spingere fuori un bambino per giunta grosso. CESAREO. Per giunta dopo tutte quelle ore sdraiata sul fianco sinistro la mia schiena era contratta e l'anestesista mi ha bucato 4 volte prendendomi il nervo...mi hanno bruscamente spinto la testa in avanti che col mento ho quasi toccato le mie ginocchia e avevo un mega pancione in mezzo. Mi sono sentita trattata come una mucca che sta partorendo nella stalla per tutto il tempo." Valentina Beghi-Tizzoni

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"Vorrei raccontarti il mio parto avvenuto a Piacenza il 20 aprile..Sono stata ricoverata lunedì di Pasquetta di notte alle 23 circa..utero lontano dall'essere sceso ma contrazioni abbastanza frequenti..poi il giorno dopo volevano mandarmi a casa perché secondo loro non avevo niente..io abito a Ferriere..verso sera, nessuno mi ha più fatto sapere niente e sono rimasta dov'ero, ho iniziato ad avere delle perdite strane ma x loro era ancora niente finché all'una di notte a due ostetriche è venuto il dubbio fosse rotto parzialmente il sacco..mi hanno fatto un tampone apposta ed era così infatti..hanno aspettato altre 24 ore e mi hanno indotto il parto..nel frattempo ho dovuto fare la cura di antibiotico x scongiurare infezioni varie..alle 16 di mercoledì mi hanno fatto l'induzione..alle 16.30 era già partito tutto..peccato che x loro non avevo ancora nulla..peccato però che dalle 16.30 fino alle 00.20 di giovedì notte io ho avuto ininterrottamente senza pausa una contrazione dietro l'altra..poi quando non ce l'ho fatta più..sono quasi collassata, mio marito Andrea mi ha preso in tempo stavo svenendo, mi hanno tolto l'induzione perché mi dava troppe contrazioni..mi si è rotto definitivamente il sacco e allora mi hanno portato in sala parto..qua sono giunte altre complicazioni..hanno fatto uscire Federico con la ventosa senza chiederci il permesso, me l'hanno fatto uscire con l'anestesista coricata sulla mia pancia che schiacciava forte..dopo due giorni ho scoperto che hanno usato la ventosa perché il bambino aveva perso battiti..morale della favola..taglio+lacerazione x un totale di 15 cm..in più ematomi interni ed esterni..lasciamo perdere..e in tutto ciò poi hanno dovuto mettere sotto antibiotico pure Federico perché con la mia cura di antibiotico hanno coperto solo me e non lui e lui si è preso un'infezione.. È il primo giugno e ne sto portando ancora le conseguenze adesso..ematomi non riassorbiti, si è formata una placca dura che sta migliorando solo ora..ancora male a sollevare i pesi..sono andata in ospedale per un controllo e la mia ginecologa mi ha detto che è normale e che ne avrò ancora x un mese..adesso io mi chiedo..ma è giusto stare così male x qualcosa di così bello?????? Nel ventunesimo secolo poi..Ti ho scritto tutto questo perché mi sono rispecchiata nel tuo post..scusa lo sfogo..tu dirai "che vuole questa da me".. niente..solo un po'di comprensione..quella che non ho avuto 42 giorni fa!" 

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"ciao giulia ho letto il post delle violenze ostetriche e devo dire che in entrambi i miei parti ho trovato atteggiamenti altamente disturbanti in momenti cosi delicati da parte di ostetriche.
tanto è vero che dopo il primo parto quando ho scoperto di aspettare il mio secondo figlio avevo voglia di partorire a casa, poi per motivi di costi economici ancora poco abbordabili non ho potuto farlo, e sono rimasta dell idea che potevo partorire a casa e sarei stata meglio.

per scelta in entrambi i parti ho travagliato a casa in doccia, bella tranquilla nella mia intimità, mi sono dilatata sempre molto velocemente: al primo parto ero di 9cm, al secondo ero pronta per la fase espulsiva..

primo parto: luglio, già faceva caldo poi avevo le caldane. dopo aver ripetuto alle ostetriche che avevo troppo caldo (mi sentivo svenire) non hanno considerato nemmeno di aiutarmi a spogliarmi quindi l'ho dovuto fare da sola e con i dolori fortissimi non sono stata molto attenta alla cannellina che mettono in vena quindi me la sono fatta uscire dal braccio. senza nemmeno aspettare che passasse la contrazione l' ostetrica, dopo aver provato ripetutamente a farmi rientrare in vena la cannellina e a dirmi come dovevo tenere il braccio perchè lei non riusciva e che era colpa mia se non riusciva perchè non stavo ferma, mi chiedeva con aria anche scocciata di tenere il dito sul buco del braccio da dove usciva qualche goccia di sangue dopo che si è decisa di togliere quella maledetta cannellina dal braccio.. ma io non riuscivo perchè non la sentivo (ero concentrata su me stessa e sul mio dolore perchè avevo trovato il mio modo per affrontarlo e non volevo distrazioni) e poi non riuscivo perchè ero a carponi appoggiata con le braccia sulla sedia da parto quindi fisicamente non riuscivo... ma lei sentenziava dicendo che era una cosa molto facile da fare, non ha considerato nemmeno per un momento il mio dolore e non ha rispettato i miei tempi... devo averla insultata pesantemente (non ho ricordi chiarissimi)

secondo parto: sono giunta in ospedale che avevo rotto il sacco da poco e sentivo già il premito, avevo una voglia di spingere tremenda. sono arrivata in ospedale alle 3.40 in ambulatorio dove fanno la visita e alle 3.49 è nato mio figlio in sala parto.
ero già pronta per la fase espulsiva e dovevo già spingere, invece di assecondarmi ho passato i miei 9 minuti più lunghi della mia vita perchè mi ha chiesto di chiudere le gambe per non far scendere il bambino siccome dovevo correre in sala parto (io l'avrei fatto li in ambulatorio fosse stato per me) poi in sala parto pensavo fosse finita invece mi ha voluto mettere il tracciato per forza. volevo mettermi a carponi e finire quell'agonia invece mi ha voluto far sedere sulla sedia del parto quando io non riuscivo nemmeno a star seduta quindi mi tenevo con le braccia in alto (ero scomodissima non mi piaceva star cosi). pensavo che ora potevo spingere e invece no! dovevo aspettare la visita del ginecologo che era impegnato in un altro parto.... mi chiedo ancora cosa dovesse visitare quel ginecologo perchè ormai avevo la testa che stava uscendo!!!! infatti il ginecologo appena ha messo un dito l'ha tirato subito indietro perchè è uscita la testa e poi tutto il corpo in una spinta sola.
è stato allucinante, perchè volevo abbandonarmi al mio corpo e compiere quello che di piu naturale c'era in me e invece dove come uscire dal mio trans e obbligarmi a trattenere quello che volevo rilasciare. per me è stata una violenza immane. infatti per me il secondo parto è stato molto stressante."

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"Avevo 18 anni quando sono rimasta incinta...una parola...terrorizzata..da tutto... affronto la gravidanza con qualche problema ,Che a pensarci ora erano dovuti allo stato agitato in cui la stavo vivendo, circondata da tutti che dicevano che mi stavo rovinando la vita...compio 19 anni e 3 giorni dopo il 6/1/2005 iniziano i dolori...vado in ospedale nel tardo pomeriggio,visita e ricovero...la bambina nascerà oggi mi dicono.. tracciati,visite e la mattina del 7/1 vengo dimessa ,ancora con i dolori, perché le contrazioni non sono buone...arrivo alla sera dell'8/1 che non resisto più, torno in ospedale e il ginecologo di turno " ma vai a casa ne manca al travaglio" (il termine era scaduto da 5 giorni) detto con tono scocciato perché avevo prolungato il suo turno di 15 min..non mi sono mossa dalla sala d'aspetto e il medico che ha iniziato il turno mi visita,di nuovo, e mi ricovera perché ci siamo (a distanza di 20 minuti cosa sarà cambiato?)
Mandano a casa mio marito e rimango sola, quella notte hanno partorito 8 donne...io considerata tra una e l'altra e lasciata sola in preda al panico...alla mattina,nonostante non ci fossero problemi, il cambio turno opta per il cesareo perché ormai dopo 12 ore...scrivono distocia dinamica...
Un cesareo doloroso fisicamente e psicologicamente perché alla 36 avevo fatto girare la bimba proprio per evitarlo...
La ripresa fisica è stata lenta, non sono riuscita ad allattare perché anche li zero supporto...avevo 19 anni e mi hanno terrorizzata!
La seconda volta nel 2015...avevo 29 anni...gravidanza nella norma solo un Po piccola la bimba...cesareo programmato perché sei precesarizzata...ho accettato la cosa e oggi penso che se mi fossi informata sarebbe andata diversamente forse...nessuno mi ha parlato dei rischi di un secondo cesareo e nessuno mi ha spiegato che potevo fare un travaglio do prova...anche il 2 allattamento non è andato oltre i 40 giorni perché non riuscivo a gestirlo,ragadi, stanchezza e dolore al taglio (il filo per cucirmi non si è assorbito l'hanno tolto al 30 giorno al controllo)..."

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