La tecnica del cord burning (cordone bruciato) appartiene
alla Medicina Cinese che attribuisce proprietà benefiche al calore. In
Occidente, e quindi anche in Italia, l’usanza di bruciare il cordone non esiste
nella routine; però vi sono alcune ostetriche libere professioniste che
conoscono la giusta procedura. La mamma, che ad esempio decide di partorire in
casa, una volta informata può beneficiare di questa tradizione interessante e
un po’ magica.
Il motivo per cui attecchisce prevalentemente nei paesi in
via di sviluppo è l’alto rischio di trasmettere infezioni; infatti, dove le
condizioni igienico-sanitarie sono scarse, la cauterizzazione consente una
chiusura ermetica del cordone e dei suoi vasi. Il cord burning per queste
popolazioni rimane quindi una pratica sicura e priva di rischi connessi. Per
quanto riguarda i paesi industrializzati la medicalizzazione e
l’ospedalizzazione spesso hanno offuscato l’importanza di tecniche appartenenti
a culture antiche.
L’ombelico è la porta di accesso a tutti gli organi
addominali e quindi far pervenire calore in questa zona, nel sangue dei vasi
placentari fino ai visceri, aiuta a garantire al neonato un trattamento tonico,
dopo lo sforzo della nascita; e perlopiù si riduce al minimo il rischio di
sanguinamenti o processi infettivi peri-natali. Il calore è fondamentale anche
per la digestione neonatale, poiché riduce la probabilità di ittero nei primi
giorni di vita.
E così che secondo la tradizione la giusta assistenza
consente di avere un bambino forte e sano. Il concetto di Salute infatti passa
attraverso la messa in atto di pratiche non invasive che godano di benefici per
mamma e neonato. Quindi il calore è un alleato, se pensiamo anche
all’importanza che ricopre in travaglio; applicare pezze calde alla donna nelle
zona sacrale e lombare aiuta a ridurre il dolore muscolare e l’eccessiva
contrattura. L’aumento della temperatura corporea riduce inoltre l’incidenza di
emorragia nel post-partum.
La bruciatura del cordone, in conclusione, è una pratica
spirituale. È fondamentale infatti il silenzio, la preghiera e il
ringraziamento nel rispetto di questo rito di passaggio tra la vita uterina e
l’ambiente esterno. Nella pratica esistono dei passaggi da tenere in
considerazione.
In primis riscaldare il piccolo in una coperta, esporre il
cordone, e con l’ausilio di cartone e alluminio isolare il calore; tra il
cartone che si userà per bruciare il cordone e il bambino deve esserci una
distanza di 5 cm. Una volta bruciato, due persone devono tirare delicatamente
le due parti opposte ruotandole. La procedura richiede 10 minuti in totale, e
alla fine ci si deve assicurare che la chiusura sia avvenuta correttamente.
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