Il canto è un evento essenziale nella vita dell'uomo. Presso
tutte le popolazioni della terra il canto ha accompagnato ogni situazione della
vita, sia gioiosa che dolorosa, allo scopo di viverla nel modo migliore.
Nelle varie parti del mondo è usanza di molte civiltà
cantare durante la gravidanza e il parto, anche se con modalità diverse. In
certe zone è la madre che canta, in altre sono una o più donne che cantano di
fronte alla gravida, in altre ancora vengono chiamati dei musicisti per suonare
e cantare alla madre, soprattutto dal 5° mese di gravidanza in poi.
La pratica del canto prenatale si è tramandata di
generazione in generazione per molti secoli, significa, pertanto, che in
qualche modo erano evidenziati dei benefici sia per la donna che per il
bimbo.
Il canto prenatale non è una novità del nostro secolo, ma è una
tradizione secolare che recentemente è stata ripresa al fine di favorire un
migliore benessere del nascituro e nei futuri genitori.
Esperienze importanti sull'uso della voce in gravidanza sono
quelle di Frederick Leboyer e di Marie Louise Aucher.
F. Leboyer propone il canto carnatico, tipico dell'India,
che ha la finalità di portare alla presa di coscienza del proprio essere
tramite il respiro e il suono. Non si tratta di canzoni, ma di vocalizzi, che
durano tutto il tempo del respiro, il quale diventa più profondo e, senza il
minimo sforzo, il suono acquista profondità, dolcezza e una qualità particolare
di ogni persona: con il canto carnatico si scoprono sonorità. Non è una forma
di ginnastica o un esercizio, ma una ricerca interiore, una via verso la
coscienza.
Tale coscienza è favorita anche dal fatto di lavorare con la
voce tenendo conto della "tonica" di ogni persona, suono base che
ognuno ha dentro di sè e che esprime nel parlare e cantare in uno stato di
rilassamento. Il respirare profondamente crea benessere a tutto il corpo,
perchè muove dolcemente e totalmente il diaframma, che deve essere mantenuto
molto elastico per permettere la comunicazione tra il piano vegetativo e
sessuale e quello affettivo e cerebrale del corpo. Grazie al respiro profondo,
infine, si dà al corpo la quantità di ossigeno adeguata, cosa rara nella
società occidentale dove le persone respirano soprattutto con la parte
superiore dei polmoni e quindi solo superficialmente.
Dal punto di vista musicale le proposte di Leboyer sono
rappresentate dal susseguirsi:
- di suoni uguali, eseguiti con vocali diverse, prima fra
tutte la "a" perchè è la vocale più aperta e quindi facilita il
rilassamento della mandibola e sblocca situazioni di chiusura della madre;
- di un suono-base, ad un intervallo di 5° e 8°, eseguiti
con la stessa vocale e poi con altre vocali, l'inspirazione avviene dopo ogni
suono;
- di brevi frasi melodiche, facenti parte di
"raga" indiani e cantate con sillabe con cui si indica una
successione di 7 suoni ascendenti: SA, RI, GA, MA, PA, DA, NI.
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La tampaura, strumento indiano, accompagna il canto con note
alla 5° e all'8° che, producendo suoni armonici, favorisce uno stato di
concentrazione in chi canta.
Il bimbo, quindi, è immerso in un'onda sonora che trasmette
serenità e pace. Tale canto, ripreso dopo la nascita, lo aiuterà a riconoscere
la madre ed a ricordare quelle sensazioni. Durante il travaglio di parto i suoni
della tampaura, dolci ma ben scanditi, costituiscono un sostegno per la donna,
perchè accompagnano il ritmo delle contrazioni.
La voce della madre attua un benefico massaggio a livello
cellulare, le consente di allontanare la tensione e di riempirsi di energia
liberata dalle vibrazioni canore.
Le donne che hanno utilizzato in gravidanza questo canto
erano talmente abituate a lasciare andare le tensioni attraverso la voce che
durante il parto non hanno percepito il dolore.
M. L. Aucher ha fondato in Francia parecchi centri di canto
prenatale. Tale proposta nasce dall'osservazione che i bimbi, le cui madri
avevano cantato durante la gravidanza, presentavano caratteristiche positive
come solidità della nuca, vigore della colonna vertebrale, sviluppate percezioni
uditive e manuali, vivacità di riflessi, memoria uditiva delle voci e dei testi
vocali ascoltati durante il periodo fetale, adattabilità cooperativa.
Aucher ha constatato che per la madre il canto è un mezzo di
trasformazione, costruisce un messaggio per l'intero organismo e ricarica il
sistema nervoso. Inoltre è un mezzo efficace per armonizzare e rinforzare i
legami all'interno della coppia e tra la coppia e il nascituro.
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Da parte del bimbo si è constatato che, oltre ad essere
beneficamente investito dalle vibrazioni sonore della voce della madre, tramite
l'udito ed il tatto, assorbe tutte le sfumature emozionali di lei. Dopo la
nascita riconoscerà le canzoni cantate dalla madre e queste lo calmeranno.
Dal punto di vista musicale le proposte sono rappresentate
oltre che da vocalizzi anche da canzoni.
Il lavoro con le vocali è supportato da una serie di
esercizi per rilassare e dare il giusto tono alle varie parti del viso e del
corpo, per permettere al suono di trovare la sua naturale amplificazione (risonanza)
in tutte le cavità interne. Altri esercizi con la consonante "m"
consentono, tramite movimenti della lingua, di cercare la qualità particolare
del proprio suono. Ogni vocalizzo implica la consapevolezza della corretta
posizione della bocca, delle labbra, delle spalle e di tutto il corpo, ma
soprattutto il pensare che il proprio essere si sta risvegliando ed espandendo.
Si fanno i vocalizzi per imparare a dare la giusta direzione al fiato,
rimediare alle posture scorrette del corpo, sciogliere il bacino, fortificare i
reni, illuminare i luoghi di amplificazione sonora: testa, petto, ventre.
Le canzoni per la gravidanza alcune sono composte dalla
stessa Aucher, altre sono tratte dal folklore tradizionale del paese in cui si
vive (ninna-nanna, canti d'amore.....), affinché l'impronta che il neonato
riceverà potrà adattarlo a tutte le situazioni. Per accompagnare i canti è
stato scelto il pianoforte, perchè dà sicurezza alle voci e trascina il gruppo.
Prima di cantare il gruppo legge ad alte voce il testo della
canzone, per elaborare delle immagini mentali inerenti al testo e a particolari
sensazioni, che poi verranno espresse durante il canto. Il corpo diventa,
quindi, strumento per esprimere ciò che è provato. Al canto si uniscono anche
movimenti di marcia e di danza che enfatizzano in modo dolce il ritmo, fattore
strumentale del bimbo.
Cosciente dell'importanza per il feto della voce parlata,
Aucher ha elaborato dei pensieri per i nove mesi di gravidanza, che la madre
dovrebbe leggere al nascituro. Recentemente, un suo collaboratore P. Fischmann rilevando
l'importanza della presenza sonora del padre per il bimbo, ha composto canzoni
che dovrebbero essere cantate dai padri al nascituro, una per mese. Tramite
tali canzoni, il padre crea quell'ambiente permeato d'amore e di fiducia per la
vita, necessario per la sua donna e per il bimbo. Inoltre con le sonorità gravi
della sua voce invierà benefiche vibrazioni specialmente al bacino e alle gambe
del feto, in quanto mentre i suoni più acuti risuoneranno soprattutto nel
tronco e nella testa, quelli più gravi nella parte bassa del corpo fetale.
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