mercoledì 15 novembre 2017

Di chi è la Placenta?

di Verena Schmid

"Di chi è la placenta?

Bambino Lotus


Una domanda retorica per le donne, poiché appare loro evidente, che appartiene a chi la fabbrica: al bambino innanzitutto e alla donna, co-autrice del progetto comune “placenta” che rappresenta le radici del bambino penetrati nell “terreno madre” ed è l’organo promotore del suo divenire, un organo capace di assumersi tutte le funzioni essenziali di un organismo, addetto al suo adattamento e alla sua crescita. Una domanda retorica anche per le istituzioni sanitarie, per le quali questa meraviglia rappresenta solamente un rifiuto speciale, suscettibile all’eliminazione speciale secondo i canoni di legge.



Così assistiamo oggi alla legittima richiesta di alcune donne, di rimanere in possesso della loro placenta anche dopo il parto, portandosela a casa, o alla richiesta dei genitori nelle veci del bambino, di lasciargli la sua placenta fino al distacco spontaneo del cordone ombelicale corrisposta da un relativo rifiuto. A questa richiesta infatti si contrappone il divieto istituzionale di consegnare la placenta o di lasciarla attaccata al bambino (Lotus Birth), che si basa su una retorica, appunto, diversa. Forse, per aprire un dialogo produttivo sul tema, dobbiamo porci la domanda davvero, considerando le ragioni di ambedue i fronti.

L’abbiamo fatto, rivolgendoci agli esperti di legge, i cui pareri rispetto all’uso personale della propria placenta e alla possibilità del Lotus Birth presentiamo in questo fascicolo, al fine di fugare tutti i dubbi e proporre modalità attuative che rispettino sia i proprietari della placenta che i doveri istituzionali basati sulla legislazione sanitaria. Ma il problema va oltre questo chiarimento. La placenta è un organo altamente simbolico. Intelligente, complesso nelle sue funzioni è un organo a vita limitata: vive quanto il bambino in utero, nove mesi, dopo di ché viene sostituito dal seno, un organo “duraturo”, con funzioni speciali però limitati nel tempo, un tempo variabile.

In una visione meccanicistica o semplicistica del corpo della donna e del processo della nascita, la placenta, una volta esaurito la sua funzione di adattamento intrauterino, non serve più, diventa un organo “usa e getta”, quindi segue l’iter previsto per l’eliminazione di rifiuti umani. In una visione complessa, che contiene anche gli aspetti simbolici illustrando vissuti più profondi, la placenta rappresenta le radici del bambino, che sono parte integrante di lui. La placenta, in molte culture, è considerato un organo magico, in quanto mediatore tra cielo e terra, quell’organo che trasforma un anima in un essere umano in carne e ossa.

Dopo alcune generazioni di separazioni dopo la nascita e di tagli precoci del cordone, delle radici, il Lotus Birth colpisce profondamente la fantasia delle donne, come se volessero recuperare il senso delle radici perdute. In una visione femminile, la placenta rappresenta la capacità alchemica del corpo femminile, capace di creare, proteggere, guarire, carica di un potenziale energetico enorme, che può ancora accompagnare e curare. Numerose ricerche datate e moderne confermano i potenziali curativi della placenta. Nella contrapposizione culturale tra corpo medico e corpo sociale della donna, tipica della nostra società, medicalizzazione ed espropriazione sono metodi di controllo sul corpo e sulla psiche della donna, praticati da secoli.

Privare la donna non solo dell’esperienza integrale della nascita, ma anche del testimone intrauterino della sua potenza generativa, la placenta, può assumere il significato di questo controllo. Ecco perché occorre un’autorità legale per restituire alle donne quello che già loro appartiene. La domanda iniziale è dunque malposta: anziché chiedere “di chi è la placenta?”, la domanda corretta è: “chi trattiene la placenta?”

Il compito specifico di noi ostetriche è quello di offrire alle donne, ai genitori una scelta informata e di rispettare e sostenere la scelta operata, offrendo gli strumenti necessari per poterla attuare. Ci auguriamo che questo fascicolo possa essere strumento utile a tale pratica."

Per visionare il parere legale in merito alla proprietà della placenta, potete cliccare qui.

Per portare a casa la placenta per residenti in Emilia Romagna: richiedere il documento di permesso presso la direzione sanitaria e riportarlo firmato.




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