lunedì 23 maggio 2016

Stare nell'attesa

"Quanto manca al termine?"

"Ma non hai ancora partorito? Beh, ormai manca poco"

"Di quante settimane sei? Ora nasce, si fa anche la luna!"


Quante di voi si sono trovate in questa situazione? E quante di voi hanno ricevuto consigli, suggerimenti, previsioni anche dal vicino di casa? Le ultime settimane prima della nascita del bimbo sono pesanti, da tutti i punti di vista: gli ormoni di fine gravidanza vi fanno sentire stanche, rallentate, sonnolente, gonfie; emotivamente, da un lato siete ansiose di vedere il vostro cucciolo negli occhi dall'altro vorreste che stesse nella pancia ancora un po', ancora in simbiosi. La mente e il corpo si stanno preparando alla separazione, alla nascita di un individuo nuovo, alla nascita di una madre.




E' senza dubbio un periodo delicato: non aiutano certo i mille consigli e le mille previsioni su quando avverrà il momento. Sì perché "le donne non sono mica degli yogurt, non hanno una data di scadenza" (cit. Ostetrica Angelica Nucera, sorella col cuore). E allora perchè questa fissa sulla data del parto? Sulla data presunta?

Nessuno al mondo è in grado di prevedere quando comincerà il travaglio: nessun ginecologo, nessuna ostetrica, nessun parente, amico, sconosciuto. Perchè la data è presunta, non certa. I calcoli dell'ultima mestruazione, i calcoli ecografici, i calcoli lunari sono standard. Nessuno di noi è standard e non rientriamo sempre nella media degli eventi.

Il bambino sa quando nascere, il corpo sa quando iniziare a danzare. Non servono date, stime, calcoli...Ok, approssimativamente nascerà in un determinato periodo, questo può bastare. Fissarsi su una data non fa altro che incrementare l'ansia del "oddio, non parte il travaglio!", "oh mamma vado oltre termine!", "devo provare tutti i metodi naturali per indurre il travaglio".

I bambini sanno quando nascere. Se non sono pronti e se il corpo non è pronto per cominciare a travagliare, il travaglio non parte o parte a rilento anche con l'induzione chimica. Non sarebbe più saggio aspettare? Attendere che la natura faccia il suo corso, se mamma e bambino sono in salute? Arrivare fino alla 42 settimana di gestazione (fonte OMS)?

Abbiamo perso la capacità di stare nell'attesa, di fidarci del corpo delle donne e delle competenze dei loro bambini. Abbiamo bisogno di fare, fare, fare, interferire, di indurre, velocizzare, standardizzare, controllare. E se ci fermassimo un attimo e smettessimo di fare? Se stessimo in ascolto e in attesa? Un attesa tranquilla, senza pretese, senza previsioni, senza date. Semplicemente stare nell'attesa e fidarsi. Quanti parti indotti eviteremmo? Quanta medicalizzazione risparmieremmo alle donne e ai loro bambini? Quanta fiducia riusciremmo a trasmettere alle madri?

Liberate la mente, parlate col vostro bambino e fidatevi del vostro corpo, non può sbagliare.



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